Si scende leggermente per prendere la mulattiera (segnavia 3) fino alle indicazioni dove si svolta a destra (segnavia 2a) per l’Alpeggio du Gran Collet 2403 m. Da qui inizia a destra la salita fino al Gran Collet su buon sentiero. Dal colle si prosegue a destra, verso la Giansana; la vera cima rimane nascosta dietro l’anticima (quella che si vede dal colle tutta a sx) ed è evidenziata da un ometto in cui è conficcato un bastone.
La salita in questo tratto è valutabile F-, non per le difficoltà alpinistiche, ma per la natura del terreno che richiede un po’ di esperienza per valutare la progressione. Si procede inizialmente su visibile traccia su terriccio, poi inizia il tratto più faticoso. Si sale decisamente su pietraia instabile nei pressi di un piccolo torrione roccioso, a zig zag seguendo gli ometti e facendo attenzione a non smuovere troppe pietre. Una volta raggiunta la cresta, gli ometti conducono ad un evidente salto (quota 2980), ci si abbassa di una decina di metri lato Nivolet, si supera una depressione, dove la cresta riprende in forma allungata e conduce sull’anticima. Sotto di questa,i un paletto di legno (utile anche al ritorno come riferimento) indica il punto dove abbandonare la cresta che si interrompe su un’anticima, per tagliare con un traverso, sempre lato Nivolet. L’elevazione successiva è la vetta della Giansana, visibile con il palo di legno sulla cima. Dalla depressione in poi gli ometti sono rari, basta mantenersi poco sotto la cresta, sempre lato Nivolet, e non avere fretta nel salire, comunque qualche saliscendi è inevitabile data l’irregolarità del terreno composto da grandi blocchi rocciosi intervallati da brevi zone a terriccio ed erba, il tutto abbastanza stabile. Ultimi metri con facile arrampicata
Per il ritorno si segue la via di salita fino al colle poi si sale verso l’Arolley per dossi erbosi e ripidi sfasciumi (qualche ometto) fino a raggiungere la cresta sud . Si segue la cresta facilmente per blocchi, detriti e tracce di sentiero con percorso evidente. Un ultimo tratto più ripido si supera per blocchi sul filo (preferibile anche in discesa) o a destra per ripido pendio di terriccio rossastro, sbucando sull’ampia calotta detritica sommitale. Grosso ometto in vetta.
Ritorno per la via di salita, oppure in traversata a Pont Valsavarenche (ovviamente con organizzazione per il ritorno).
- Cartografia:
- IGC 101