la via supera il sistema di diedri a sx della già esitente KendoKan, di cui sfrutta il primo ed eventualmente ultimo tiro. La dulfer del secondo tiro è molto caratteristica, la fessura di dita del diedro è un tiro sorprendentemente bello in perfetto stile granitico, l’uscita diretta lungo la fessura strapiombante è da provare. L’ultima lunghezza prima della cengia è su un bel muro a tacche, rimane l’ultimo passo non provato in libera a causa di un più che imminente temporale, ma sfruttando un cubetto sulla faccia sx dovrebbe essere fattibile, anche se difficile.
Da Torino a Chialamberto, all’inizio del paese svoltare a dx sulla strada che conduce a Vonzo. L’avvicinamento più agevole consiste nell’andare in auto sin quasi alla bella chiesetta della Madonna del Ciavanis (strada sterrata per circa 4,5 Km ma percorribile, con attenzione, anche con auto normali se non eccessivamente basse), la strada però da Vonzo è vietata e c’è anche una sbarra (seppur quasi sempre aperta). Noi abbiamo ovviato al problema chiedendo chiave e permesso al gentilissimo e sempre molto disponibile Alberto Ala della pizzeria degli Amici a Cantoira, dove consigliamo di fermarsi a mangiare. Se si ha il permesso giunti a Vonzo seguire la “circonvallazione” che porta a monte del paese e imboccare la strada (sbarra) che sale ai Chiapili e al Ciavanis. Con un primo tratto asfaltato giungere al bivio per Chiapili, tralasciare la diramazione e proseguire per la strada ora sterrata. Usciti dalla vegetazione si incontra un alpeggio abitato e la strada comincia ora a tagliare a mezzacosta. Giunti ormai in vista del Ciavanis (circa 500m prima) si incontra sulla sx una strada che sale all’Alpe Combette (strada con divieto di transito), se si riesce si può parcheggiare qui (attenzione a non dar fastidio) altrimenti proseguire ancora (si incontra un altro bivio) e posteggiare poco prima della chiesetta in un ottimo spiazzo erboso. Passare in mezzo al bel gruppo di grange dell’Alpe Combette e reperire una traccia di sentiero (qualche ometto) che fa tornare più o meno a mezzacosta verso valle, superato il costone a un certo punto si incontrano dei segni blu (itinerario di corsa) che affiancano poi quelli bianchi e rossi. Se si è giusti si deve passare sopra un’antenna, dopodichè il sentiero gira a dx tagliando a mezzacosta il versante del Vallone di Vassola. Si tocca l’Alpe Trai e quindi si perviene al magnifico pianoro dove sorge l’Alpe di Lee. Continuare a seguire i bolli blu e in breve si perviene all’Alpe Balma, salire al colletto che si ha di fronte e che dà accesso all’alto Vallone di Vassola. Da questo colletto passa anche il sentiero AVC che arriva dal Colle di Nora. Non scendere nel Vassola ma, perdendo poco dislivello, deviare nel vallone a dx seguendo una vaga traccia e una pietraia. Una volta scesi nel fondo di questo vallone secondario si ha di fonte la bella parete della Giardonera. Brevemente si arriva all’attacco. Fin da subito si nota il bel sistema di fessure giallastre seguito dalla nostra via. L’attacco è nell’evidente diedro, comunque, intemperie permettendo, alla base troverete due fori di trapano con piantati dentro due legnetti che sorreggono, a mò di mensola, un mini ometto!
Dislivello: 500m , 2h-2h 30’ a dispetto del dislivello non eccessivo lo spostamento è lungo.
Quota base 2350 circa, partenza 1850 circa
P.S.: se non si ha il permesso per la strada conviene percorrere il classico itinerario del Vallone di Vassola dai Chiapili, in alto invece di piegare a sx verso il Colle della Terra girare a dx verso il colletto sopra menzionato.
L1-attaccare il diedro fessurato della prima lunghezza della via KendoKan. Si giunge sulla sx alla medesima sosta. (sosta1: 1fix da integrare con un friend) (6A , lasciato nulla)
L2-dalla sosta invece di salire in direzione del sistema di fessure giallastre percorso dalla KendoKan portarsi a sx verso l’inizio del grande diedro grigio. Superare un primo difficile e delicato passo prestando attenzione alla roccia (6A), proseguire quindi con bella scalata, solo a tratti un po’ sporca, sul fondo del diedro fessurato (V) fino alla base di una serie di tre tettini sovrapposti e macchiati di giallo. Il diedro forma ora una larga fessura verticale da vincere in dulfer, proteggersi sul suo fondo dove si origina un’altra fessura più stretta fino a moschettonare il fix. Proseguire con atletica scalata in dulfer fin dove la fessura si restringe nuovamente (6B+) e quindi in sosta (sosta 2: 1 fix da integrare) (6B+ , 1 fix sul tiro)
L3-segue ora un tiro magnifico che percorre tutto il lungo diedro giallo fessurato e la successiva fessura nera strapiombante. Dalla sosta attaccare il verticale diedro di dx, seguirne con magnifica arrampicata la fessura di fondo inizialmente più facile (6A) e che va via via restringendosi fino a che la parete diventa concava e la fessura, ora di dita, diviene strapiombante (6B+, proteggersi con microfriend e nut, utili 2 friend BD 0.3) (la roccia sulla faccia sx risulta un po’ friabile). Afferrare l’ottimo bordo del terrazzino e con un atletico ribaltamento ristabilirsi sul medesimo (1 fix). Con un tratto di roccia più cattiva afferrare la soprastante fessura nera strapiombante, aiutandosi con il maniglione sul bordo del tetto proteggersi con un ottimo BD2 e successivamente con un BD1. Il passaggio in libera è stato fatto per ora dal secondo di cordata ribaltandosi con un duro movimento a sx della fessura (6C/6C+), diversamente con un secondo BD1, da posizionare nella svasatura soprastante, è possibile superare il passaggio in A1. Una volta superato lo strapiombo proseguire, in piena esposizione, sul muro sfruttando ottimi appigli (possibile protezione con un BD0.75) e spostandosi verso dx giungere a una clessidra naturale. Dalla clessidra alzarsi e deviare a sx, sul comodo gradino dove è posizionata la sosta. (sosta 3: 1 fix da integrare) (6C/6C+ o A1, 1 fix sul tiro)
L4-dalla sosta salire sul muro di dx, afferrare una scaglia e sfruttando piccole ma buone tacche ribaltarsi sopra afferrando la fessura/lama orizzontale (ottimo BD0.5), rinviare quindi il primo fix e sfruttando ottimi appigli salire il muretto fino al secondo fix da cui con un difficile passo (per ora non liberato) ci si ribalta in una zona più facile, dove su rocce frammiste a erba si giunge alla sosta sotto al triangolo terminale. (sosta di calata comune alla via KendoKan) (6A+, 1 p.a. in libera 6C?, poi IV-III fino in sosta)
L5-se si vuole si può salire l’ultimo tiro della KendoKan sullo spigolo (sosta 5: cordone su masso, utilizzato anche per la calata.) (6B , lasciato nulla. Prestare attenzione alla roccia un po’ lichenata). Altrimenti calarsi da questa sosta.
DISCESA:
in comune con la via KendoKan
- Cartografia:
- IGC valli di lanzo