Da Cornetti si prosegue lungo la stradina fino sotto la frazione I Frè (circa 1 km) oppure se si ha posteggiato in corrispondenza del ponte dove ha inizio il sentiero 214, non resta che attraversarlo passando sulla sponda idrografica destra del Rio Paschiet. Il sentiero attraversa un bel pascolo raggiungendo rapidamente l’Alpe Pian Salè dopo aver superato una fascia boscosa. Dall’alpeggio si entra nuovamente nel fresco bosco, su terreno di moderata pendenza. Si tocca un altro alpeggio con vasca in pietra, e quindi con un breve traverso in discesa si raggiunge nuovamente il corso del rio. Ad un bivio si tralascia il sentiero 216 per il Lago Paschiet (volendo si può anche passare da qui e poi scollinare nel vallone dei Laghi Verdi), e senza attraversare il rio si continua sulla sua sinistra, superando l’Alpe Pian Buet 2016 mper prati costellati di massi. Trascurata la traccia poco evidente a sinistra per il Colle Vallonetto, si piega a destra, salendo un promontorio ricoperto di ontani e rododendri, sino ad entrare nel vallone proveniente dai Laghi Verdi. Si incontra anche una piccola fontana in questo tratto. Usciti definitivamente dalla boschina, ecco che in breve ci si affaccia sul primo dei due Laghi Verdi 2150 m, e poco dopo si tocca il secondo, con il sentiero che passa in alto tra i due. Superato l’immissario dei laghi, in pochi minuti si tocca il Bivacco Gino Gandolfo 2222 m. Si prosegue sul sentiero molto ben segnalato lasciando il bivacco sulla destra, e senza possibilità di errore, dopo una breve pietraia, si sale interamente il vallone mantenendosi a mezza costa sulla sinistra, puntando all’evidente intaglio del Passo Paschiet. Ad inizio stagione in questo tratto si potrebbero trovare dei nevai. Raggiunto il Passo Paschiet 2435 m, si prosegue a sinistra, verso l’evidente crestone ovestc he proviene dalla Punta Golai. Subito il terreno si fa molto ripido, e occorre superare una breve fascia di roccette elementari, aggirabili anche sulla destra per tracce su terreno erboso. Superato il tratto più ripido, il terreno spiana leggermente, e si apre davanti ai nostri occhi tutto il crestone da percorrere. Inizialmente conviene mantenersi, seguendo i molti ometti) sulla parte destra, nettamente sul versante del vallone d’Ovarda, per tracce e tratti di pietraia tutto sommato non fastidiosa. La traccia invita poi progressivamente a portarsi in cresta, fino a dei piccoli torrioni che si aggirano comodamente a destra su sentierino. Un breve canalino di terriccio e sfasciumi poi riconduce in cresta, su pietrame per accedere alla spianata sotto la cima, con un curioso masso erratico. Da qui in pochi istanti si giunge sotto al castello di roccette della cima, che si supera senza difficoltà (in cima grosso ometto e piccola statua della Madonna.
Discesa per lo stesso itinerario di salita, oppure volendo è possibile scendere più direttamente dalla cima per il pendio di sfasciumi che si affaccia sul bivacco Gandolfo, mantenendosi a sinistra di una crestina per evitare i sottostanti salti di rocce. Questa variante è priva di sentiero e richiede buona visibilità, oltre che averla già individuata in salita (si vede contro il cielo un grosso ometto di pietre).
Da questo punto per la traversata di cresta si scende verso NE tra facili roccette fino ad un’ampio terrazzo detritico al cui fondo si individua una cengia erbosa (ometto), scendendola e per piccole cenge tra le placconate rocciose (F) e un breve tratto detritico ,si arriva al Colle della Puraciere 2667 m, dove spuntano dei segni di vernice. Sempre per cresta, si supera il salto iniziale (F) per continuare presso la cresta tra roccette e tracce a sud fino alla Cima Chiavesso 2824 m.
Per la discesa si segue la pietrosa e ampia cresta nord, fino a restringersi e per tracce al Colle del Vallonetto 2485 m da dove verso sinistra si scende per il tortuoso sentierino (ometti e qualche segno rosso) fino al Pian Buet e quindi a Cornetti per il sentiero di salita.
- Cartografia:
- Fraternali 1:25000 n.8 Valli di Lanzo
- Bibliografia:
- In Cima nelle Valli di Lanzo