Un solo chiodo tradizionale in tutta la traversata, trovato all'atto di aggirare l'ultimo torrione alla sua sx nel senso di marcia.
Da Bruil seguire le segnalazioni per il Col d’Entrelor, e al bivio con il Vallone di Sort proseguire a dx (alta via 2, n sentiero 10) oltrepassare alpe Pian de la Feya e procedere per sentiero via via piu’ ripido con numerose, svolte puntando al Col d’Entrelor. Una volta raggiunto (3.30-4h) sulla sx si e’ al cospetto del primo salto roccioso.
L’arrampicata inizia in corrispondenza dell’asse del colle su roccia solida e con abbondanti appigli, per la lunghezza di un tiro di corda.
Si esce a sx di un canale -camino sulla linea spartiacque, ben individuabile dal basso. In breve alla spalla quotata 3085m( meta scialpinistica in stagione propizia) .
Uno spostamento relativamente breve (si cammina su detriti), porta alla base di una bella placca di solida roccia di color chiaro..risalirla fino a un terrazzo sulla dx. Superare la fascia soprastante di rocce che difende ancora l’accesso alla punta (III IV).
Dalla punta meridionale cosi conquistata, scendere al successivo intaglio per raggiungere il secondo torrione.
Aggirarlo sulla dx in traverso (delicato) e riprendere il filo di cresta piu’ a monte tramite una svasatura nella roccia. Si tratta di seguire ora gattonando una difficile e minuscola cengetta che sbilancia piu’ del dovuto, ma che presenta alcuni radi solidi appigli (IV)
Semplice di qui’ la salita al successivo torrione, come pure della punta centrale ormai vicina.
Proseguendo di tanto in tanto si incontra qualche passaggetto da superare, spesso si cammina agevolmente su detriti e cengette,
fino a raggiungere la massima depressione della cresta, ben visibile dal vallone di Sort, circa a meta’ del percorso.
Da questo ampio colletto la scalata torna a farsi interessante. La roccia e’ solida gli appigli buoni, frequenti passi di III, fino ad arrivare agli ultimi cinque torrioni che precedono il testone di quota 3051, e comprendono la punta settentrionale (4à nella successioni delle cinque torri venendo da sud)
Il primo torrione si affronta lato Valsavaranche con divertente arrampicata su roccia ben salda e facile uscita in cresta.
Un gendarme appaiato alla punta appena toccata, puo’ essere aggirato lungo il colletto che lo unisce alla stessa.
Ci si trovera’ ora ai piedi della seconda torre dall’aspetto poco invitante. Innalzarsi per una fessura alquanto evidente per tre-quattro metri sul filo (IV) e uscita delicata sulla sx.
Si scende agevolmente alla base della terza torre, che verra’ affrontata come la prima, appena a est del filo di cresta. Essa si presenta come una successione di blocchi un po’ esposti, e non proprio solidissimi d’aspetto ma con buoni appigli.
Per un esile cresta alla cima. Scendere quindi in aderenza mani sul filo della cresta.
Per salire la punta Settentrionale si dovra’ ancora uscire sul versante orientale, servendosi di un ballatoio stranamente sospeso sul vuoto, quindi si salira’ tenendosi quanto piu’ vicino al filo di cresta. In tal modo ci si viene a trovare contro uno spuntoncino, che da lontano sembra un ometto, e che si aggirera’ sulla dx salendo, riportandosi cosi’ sul filo con un passaggio esposto e infido.
Per il netto spigolo finale, da tirar di braccia in forte esposizione all’inizio (IV+), segue l’esile e molto aerea crestina finale, e in breve si perviene sulla punta Settentrionale.
La discesa anche questa al successivo intaglio non presenta alcun problema.
Rimane solo piu’ l’ultima torre anchessa non difficile, di aspetto comunque poco invitante per il tipo di roccia che ne scoraggia la salita.
Presenta una placca di una 15na di mt verticale apparentemente compatta
Qui si presuppone sia stato lasciato un chiodo nel 1966, ma noi evitandolo non abbiamo potuto constatarne della sua presenza o meno.
Oltre la placca segue un tratto infido di rocce malsicure (di qui la decisione presa di aggirarlo sulla sx) sull’esile filo di cresta fino in punta. La discesa pure in questo caso semplice definitivamente fuori dalle difficolta’ su terreno detritico con ampio giro a semicerchio da dx verso sx conduce al Col dei Sort. da dove prima su tracce poi per sassaie giu’ fino alla casa di caccia da dove per comodo sentiero si ritorna all’abitato di Rhemes a chiudere il giro ad anello in due orette dal Col di Sort.
- Cartografia:
- IGC 1:25.000 Valsavaranche Val di Rhemes Valgrisance n.102
- Bibliografia:
- Guida dei Monti d'Italia Gran Paradiso