- Accesso stradale
- Uscire dall'autostrada ad Aosta poi su per la Valsavarenche fino a Pravieux
Partiti dal parcheggio di Pravieux con gli sci in spalla, riusciamo a metterli ai piedi a quota 2100m ca, da lì agevolmente per traccia battuta ma non obbligatoria fino allo chabod.
Domenica mattina partenza alle 4.00 dal rifugio arriviamo alle 8.00 ca alla terminale con gli sci ai piedi battendo traccia da dove si separa dalla normale. (Abbiamo perso un’ora circa per un errore)
Sorpassiamo la terminale ben chiusa, tutto a sx, i primi 50 metri di dislivello sono in neve inconsistente alta fino alla vita, poi diventa un po più portante fino a quando si è a circa 3750m, 50m sotto alla fascia rocciosa sx che chiude la parete. Da qui in poi la neve diventa solo uno strato di pochi cm che ricopre il ghiaccio vivo trasparente e spaccoso. Da quota 3800m, da dove la parete si restringe tra le rocce, affrontiamo tutta la salita stando tutto a sx a ridosso delle rocce, cercando di sfruttare una lingua di neve che in brevissimi tratti è portante, per il resto inconsistente e utile solo a coprire l’infido ghiaccio sottostante; Sorpassiamo entrambi i risalti rocciosi stando a sx verso la parete e affrontando passaggi di misto non semplici (il primo più duro).
Finalmente sbuchiamo in cresta, dal colle in breve e semplicemente raggiungiamo la cima alle 12.30.
Per la cima scendiamo fino sotto alla Madonnina dove incontriamo frotte di scialpinisti; dal deposito sci siamo ben felici di togliere gli sci dallo zaino e metterli ai piedi. Fino alla schiena d’asino (1850m) la neve è crostosa e super tracciata, da lì in poi variabile ma se cercata si trova ancora dei bei pendii con 20cm di polvere intonsa; da 2700 ca si inizia a trovare firn che verso il rifugio è molto tracciato.
Salita di grande ingaggio e soddisfazione. Oggettivamente le condizioni non sono buone, quindi se cercate una gita piacevole sconsiglio, se invece vi piace la montagna dura…bhe non aggiungo altro