Salita domenica 17 con Sandruccio (dopo una capatina al sabato sullo scoglio di Mroz a fare la bellissima “Impressioni” di cui rimpiangeremo la roccia il giorno seguente), e con Luca “Trilly”, esperto di roca marsa nonché leone indomito nell’affrontare ogni difficoltà (artif in particolare).
Giunti al bivacco Carpano in extremis alle 22.30 del sabato e ripartiti alle 6.15. Alla parete alle 8.30 sudando già qualche camicia e attacco poco dopo. Parto io per alleggerire il compito di scalare da 1 che sarebbe spettato a Luca soprattutto dalla metà in poi, caratterizzata da diversi tratti in artif. La mia lentezza nell’affrontare -con poche certezze e molti dubbi- il primo tiro, suscita nei miei compagni toni un po’ canzonatori, che subito si attutiscono quando tocca loro salire. Sandro tira con foga della roccia infida che gli resta in mano facendolo pendolare malamente e tagliare in modo netto tre dita. Arriverà in sosta scosso e sanguinante ma terrà duro per continuare la salita bendandosi la mano e tenendola inguantata. Luca sembra non vedere difficoltà e nel sentire la mia titubanza sul proseguire da primo (ero assai turbato da questa roccia che rimane in mano, esclusiva di gente matta come lui che ha salito la Gogna allo Scaranson o la Desmaison all’Olan), cambia legatura e parte in quarta conducendo tutto il resto della via. Neanche un brutto voletto di un paio di metri sul primo tratto di artif riesce a fermarlo e prosegue a cannone con un bel boost di anti dolorifici. Sbaglia solo la lettura del 3° tiro concludendo il diedro fessurato con una artif agghiacciante in traverso su pendoli difficili in cui io e Sandro ci guardiamo senza capire come abbia fatto.. magie da esperti staffatori. Anche la sola rimozione dei chiodi é un compito arduo. Sul 5° tiro ci fa accapponare la pelle tirando giù di tutto, in seguito ci chiederemo come sia passato nel tratto duro senza volare. Drago.
Usciamo sulla cresta verso le 16.30, poi Sandro si lega davanti e ci conduce in vetta, da dove scendiamo intorno alle 18.
4 doppie con una mezza per arrivare al canale e poi altre 5 dentro di esso per suprare il terreno super sfaciumoso. Al ghiacciaio alle 9 passate, rientreremo alle macchine in tempi geologici. Pinerolo la rivediamo alle 4.30 di mattina, sfasciati nel corpo e nello spirito ma con una nuova grande magia dentro.