Creste sgombre da neve ridotte ormai solo piu’ a un ammasso di sfasciumi. Sempre di meno le aree ricoperte dal ghiacciaio con ghiaccio vivo affiorante in piu’ punti. La difficolta’ sta piu’ nel sapere cosa si tocca e dove ci si appoggia piu’ che la difficolta’ tecnica dei passaggi in se’, che, tranne in qualche raro caso dove si trova del III°, ma proprio ad andarlo a cercare, in genere non vanno mai oltre il II°. Abbondante carrellata di cime con l’acquisizione delle due Patry in primis, incluse le torri degli Apostroli S.Orso e S.Andrea ,con la sola eclusione del S.Pietro non piu’ ormai nei nostri obbiettivi , che oggi ci siamo accontentati di vedere da distanza mo..lto ravvicinata.
Ritorno in questi posti dopo neanche un lustro, poco verrebbe da dire, ma sufficienti a decretare come lo stato di salute dei nostri monti e’ ulteriormente mutato in peggio. Ghiacciai in forte ritiro, creste pericolanti, i fianchi destinati a collassare in misura sempre maggiore, per l’ormai semitotale mancanza del collante il cosidetto “permafrost” che teneva su tutto. E, che ora a seguito di periodi sempre piu’ caldi non viene a esercitare piu’ la sua funzione. E, cio’ a cui assistiamo e’ il disgregarsi continuo di queste enormi masse di pietre accatastate, le nostre montagne, che sembrano non volere nel tempo, piu’ avere ragione di esistere.
Con Tiziana, ora con un po’ meno monti da scalare, e qualcuno in piu’ da ricordare dopo questa mini spedizione per creste colli cime e ghiacciai sempre meno praticabili.