Gita lunga e sfibrante. Tolto il fascino di cavalcare la cima di una montagna così maestosa; di piacere alpinistico, rimane poco.
La salita alla forcella fa fare dietrofront a molti. Il resto della salita si svolge su roccia di dubbia solidità. Ometti praticamente inesistenti ne tanto mento segni colorati. Utile portarsi dietro una relazione ben dettagliata per evitare di perdersi. Fettucce da calata usurate e da verificare.
Volendo abbreviare il percorso, è possibile utilizzare la cestovia per il Pian dei Fiacconi, appena sotto il Rifugio omonimo
Dal Trentino passando per la Val di Fiemme fino a Canazei, quindi 10 km fino allo sbarramento della diga.
Dal Veneto raggiungendo Caprile, quindi Malga Ciapela e infine il Passo di Fedaia, dal quale in piano si arriva al termine della diga.
Si attraversa in auto lo sbarramento della diga, raggiungendo i numerosi parcheggi nei pressi della stazione di partenza della cestovia per il Pian dei Fiacconi.
Dal parcheggio della bidonvia al Lago Fedaia, prendere il sentiero 606 per il rifugio Pian dei Fiacconi. In alternativa si può prendere la bidonvia, così da risparmiare 600 metri di dislivello. Ma apre alle 8.30 e si rischia di partire in ritardo sulla tabella di marcia.
IL sentiero sale rapido seguendo i tralicci della bidonvia, fino a raggiungere il Col dei Bous (2450) nei pressi di una ex postazione di guerra.
A questo punto, evitare il sentiero che continua verso il rifugio, per prendere la traccia verso la ferrata della Marmolada che con direzione SO ed in leggera discesa porta sotto le pendici di Punta Penia.
Raggiunta la base dello spigolo sotto Punta Penia, continuare per pochi metri lungo il sentiero per poi lasciarlo verso destra per seguire una leggera traccia nella ghiaia in discesa che conduce verso i bastioni est del Gran Vernel. E’ visibile un segno rosso su un masso.
Ora si entra nell’enorme catino ghiaioso alla base della forcella del Vernel. Man mano si sale la traccia diventa sempre meno marcata fono a scomparire nel ripido ghiaione. In caso di innevamento, salire con picca e ramponi con crescente pendenza fino alla forcella. Senza neve si consiglia di seguire i bordi sinistro o destro del ghiaione, sfruttando le costole di roccia più compatta.
Arrivati nei pressi della forcella, si noterà sulla sinistra orografica, una serie di cenge ripide e tondeggianti. Cercare senza un punto preciso di salirvi sopra e percorrerle evitando il più possibile il materiale franoso che le ricopre (I/I+).
Salire fin quasi a raggiungere la verticale 20 metri sopra la forcella del Vernel (più o meno a 3000 metri di quota).
Qui sono visibili alcune fettucce da calata da utilizzare per il ritorno.
Raggiungere il termine della cengia, che qui diventa sottile, fino a doppiare lo spigolo che permette di affacciarsi sulla parete sud. Qui, uno spit indica l’accesso al canale adducente alle cresta sommitale. Arrampicare al suo interno, su roccia non propriamente solida con breve passaggio strapiombante (III+), poi pochi metri di III fino ad un terrazzino dove fare sosta. Da qui sempre all’interno del canalone, dapprima a destra per pochi metri (III) e poi per una cinquantina di metri a sinistra (II/III) sosta.
Continuare al centro del canalone, ora con meno pendenza e con passaggi più facili (I/II) ma con roccia sempre infida. Da qui è visibile l’inizio della cresta. Dopo pochi metri (II/II+) si raggiunge uno spuntone su cui sostare.
Ora la pendenza diminuisce. Seguire la cresta sul filo o per gengia sulla destra, con passaggi non difficili ma esposti. Superare uno stretto intaglio fino a raggiungere l’anticima. Da qui rimane da seguire l’aerea cresta, non difficile ma espostissima su ambo i lati fino al grosso ometto di pietra della vetta.
Discesa:
In discesa per il medesimo itinerario. Lungo la cresta pianeggiante sommitale, sono presenti alcuni anelli per eventuale sicura. Dall’anticima in giù, con una corda da 60 metri, si possono fare esattamente 7 doppie fino a toccare la ghiaia pochi metri sotto la forcella.