Qualche crollo ha reso un po' più impegnativo mantenere il filo di cresta soprattutto sui primi due marcati risalti. I gradi indicati circa le difficoltà da affrontare potrebbero indurre a sottovalutare questo itinerario (alcuni passi della relazione non li ho trovati coerenti...), che invece richiede dimestichezza con questo genere di itinerari lunghi, isolati e con roccia non sempre genuina, dove l'esposizione la fa sempre da padrone.
Discesa delicata sul versante SW su detriti instabili, cenge esposte e salti da evitare con mestiere cercando il percorso migliore
Si prosegue lungo la ben tracciata mulattiera che con numerosi tornanti, sale nel bosco. Si transita nei pressi dell'alpeggio Le Tramail a quota 1623 e poi 1960 circa, si continua lungo l'evidente sentiero su cui numerosi ponti permetto il passaggio nel versante opposto e sulle numerose cascate.
Terminata la fascia boschiva si spunta sugli ultimi 400 mt di dislivello su prateria alpina e rocce varie fino al Bivacco Menabreaz (2546m). Il tempo di salita al bivacco viene dato dai cartelli in 4 ore e 45 min dal tornante.
Qui riportata la relazione di Osvaldo Cardellina. Fare le dovute considerazioni tenendo presente quanto indicato nelle note.
Dal rifugio Menabreaz (2546m) seguire i segnavia per il colle di Leppe sino all’avvallamento discendente dal colle. Verso quota 2800m, piegare a sinistra (N) in direzione della cresta ben evidente.
Salire per una delle nervature che formano la base della cresta e raggiungerne il filo. Si superano spuntoni vari (un campanile più marcato lo si può evitare a destra) e con piacevole arrampicata si giunge alla quota 3123m.
Continuare per la cresta ora in leggera discesa sino ad una piccola breccia da cui scende un canale sul versante NW (II-III).
Subito dopo la breccia si presenta una ripida placca che si supera sul filo di cresta (40m, II).
Si continua quindi sulla cresta di roccia sempre abbastanza buona sino ad una placca liscia di una ventina di metri e ad una settantina di metri dalla vetta, la si supera da destra verso sinistra (II+) ed infine, per rocce più facili, si raggiunge la vetta.
- Bibliografia:
- Guida dei Monti d'Italia -Monte Emilus e Rosa dei Banchi- Parco del Mont Avic. G.Berrutto - L.Fornelli