Ascensione, (poiche’ e’ di cio’ che si tratta) da intraprendere solo se in possesso di provata esperienza alpinistica un po’ su tutti i terreni. Gia’ di per se’ non facile a secco, causa la presenza di detrito in gran quantita’ (e questo lo sanno, chi affronta queste salite d’estate) sinonimo di cattiva qualita’ della roccia. A tutto questo sovrapponiamo uno spesso strato di neve fresca e instabile a celare insidie e trappole, costitute per la maggiore dalla presenza di cornici imponenti e maestose, ma che non aiutano granche’ a trasmettere un certo senso di sicurezza, e il gioco e’ fatto. Le nebbie sopraggiunte nella fase cruciale della traversata (l’attimo che precede l’arrivo in vetta compresa buona parte della non facile discesa), non hanno fatto altro che aggravare una situazione gia’ di per se’ abbastanza critica. La placca di III (l’unica con chiodo) che si incontra nella seconda fase riguardante la discesa, effettuata in disarrampicata picca e ramponi con sopra una spanna di fresca a ricoprire appigli e appoggi, puo’ dare un’idea di quanto problematiche e rischiose simili creste (nel caso particolare di questa anche con fortissima esposizione) risultano, proprio a causa delle cattive condizioni nelle quali esse vengono a trovarsi al momento di salirle.
Con Franco G. e Emma