A noi che di montagne siamo abituati a farne incetta, poco o relativamente importa se esse sono famose o del tutto sconosciute, se ostentano linee perfette o forme a volte tozze, se alte o basse, facili o difficili, vicine o lontane, semplicemente le saliamo e basta. E ora un po di info per chi volesse fare un tuffo nel passato sulle orme dei pionieri, e ricordarsi che ci sono una miriade incredibile di montagne sconosciute ai piu’ meritevoli di essere salite. Questo, anche se a volte gli avvicinamenti in primo luogo e le difficolta’ che esse oppongono al momento della resa dei conti sottinteso l’impegno che richiede l’arrivare in vetta, fungono da valido deterrente anche solo al provare a muovere i primi passi. Esistono cmq rifugi e bivacchi, (e come optional la tendina o l’auto stessa) distribuiti un po’ dappertutto a venire incontro a ridurre gli oneri eccessivi che siffatte imprese comportano al fine di incoraggiare chi a scoraggiarsi non ci impiega molto. Siamo saliti su comodo sentiero con ampio giro all’interno del bel vallone del Grauson fino alla base della nostra parete in 3h30 a passo normale. Un incognita, il suo superamento non e’ stato cosa facile, ma come in tutte le cose che si desidera fare e provare, alla fine si trova sempre la chiave che ti apre le porte che volevi aprire e..voila’ ecco che tutto segue il suo corso naturale e al traguardo finale si finisce sempre per arrivare anche se a volte c’e’ da soffrire quel qualcosina di piu’ che altre volte. L’eterna discesa lungo costole e canali del ripidissimo e sfasciumato versante sud est di quest’imponente e severa montagna ricordano in grandi linee quelle che sono state le epiche e avventurose imprese ad opera degli alpinisti noti del passato. Con Franco e Pablo.