Dal parcheggio seguire le indicazioni per il rifugio “l’Alpino”. Sulla strada forestale stanno facendo dei lavori ma si passa senza problemi. Al prima grande bivio (ometto segnato con vernice bianca e rossa) scendere alla propria sn e seguire le tacche (rifatte in questi giorni) attraversare un bellissimo bosco di faggi che ti porta nella radura dove sorge il rifugio.
Una gran bella via, con uno sviluppo di tutto rispetto (più di 700 m e con tiri che non sono mai meno di 50 m!) e con una roccia dall’aderenza inaspettata.
Non prendere sottogamba si arrampica, mediamente, sul 6a (alcuni passi di 6b e un tiro fantastico di 6a+) per 14 tiri e su una parete con una spittatura molto, molto, alpina (attrezzatura perfetta, molto probabilmente anche recentemente rifatta).
Da organizzarsi per bene anche per la discesa (per nulla banale!).
Noi abbiamo optato per dormire al bivacco invernale dl rifugio “l’Alpino” (due brande ok senza materasso, coperte nel bidone blu), dal bivacco alla parete in 45 min., la via in 6 ore e la discesa, dalla punta al bivacco, in 2,30 ore (discesa segnata, inizialmente, con una grossa freccia di colore giallo che indica la parete a sinistra e attrezzata molto bene con calate su moschettoni fissi alla spit, altri spit sui traversi, oltre , ad alcuni cavi di ferro).
Salita da consigliare per tutto l’insieme, posto compreso!
In cordata con Claudio Battezzati…alias il direttur!!.