Bella via classica, percorso logico e roccia mediamente buona (ovvero: a tratti ottima, come in partenza, e a tratti mediocre).
Vista la difficoltà al massimo di IV tranne un passo di V all’ultimo tiro, chiodato da A0 e comunque evitabile, e la buona chiodatura con ottime soste a fittoni, è una via didattica e consigliabile per corsi etc.
Ci sono molte relazioni più o meno buone in rete; comunque…
Avvicinamento: da passo Campogrosso per il sentiero 157 e quindi dal 195 che passa proprio alla base della parete, attacco pochi metri a sinistra di una galleria.
L1 40 m, prima in verticale lungo l’evidente e bellissima fessurina di IV con chiodi, poi leggermente a sx per gradoni più facili
L2 15 m, si prosegue logicamente per terreno facile (max III) fino a una selletta
L3 35 m, in verticale puntando a un diedro camino, conviene tenersi sulla destra di questo, nei pressi dello spigolo (III+, chiodi)
L4 25 m, dalla sosta dentro l’arco di roccia si prosegue camminando avvicinandosi al canale retrostante, poi si sale raggiungendo l’evidente grande terrazza sotto la vetta (molto facile, II/III, se ci si tiene più a dx, però sprotetto e su roccia un po’ friabile; a sx roccia più compatta ma difficoltà maggiori)
L5 20 m, si supera lo strapiombino giallastro (V, 4 chiodi ravvicinatissimi; evitabile a sx) poi via via più facile fino all’anello sulla vetta.
Discesa: doppia da 25 m da un fittone posto su un terrazzino esposto 3 m sotto la cima (non dall’anello di sosta in vetta!). Si raggiunge la sottostante forcella GEI, alla base della guglia successiva (Guglia Negrin). Da qui si può scendere nel canale a Ovest, prima a piedi e poi subito con altre due doppie da 25 m.
In alternativa è possibile, e consigliabile, salire anche la Guglia Negrin con un altro tiro di 35 m lungo il bel muro sovrastante la forcella (evidenti spit e fittoni di sosta alla base). Io sono salito sulla sinistra, più facile (IV+) ma interamente da proteggere, e su roccia più erbosa e friabile in alto; ho utilizzato clessidre e 2-3 friend medio piccoli. Sulla destra la parete è più compatta e verticale (V? si vedono 1 fittone e qualche rado spit). Sosta su fittone in vetta alla guglia.
Ci si cala poi sul versante opposto (non dal fittone di vetta, ma da altri due poco dietro a sx, o meglio ancora dalla vecchia sosta su cordoni che è quella meglio posizionata, eventualmente aggiungere cordini nuovi). Con 35 m di calata si raggiunge la base, e da qui a piedi senza altre doppie si raggiungono i ghiaioni e il sentiero n. 195 che ripassa dall’attacco della Guglia GEI.
Splendida giornata dall’aria settembrina in completa solitudine, in questo angolino irto di guglie verticali, proprio come essere in Dolomiti vere.