Roccia mediamente solida ma che richiede attenzione per qualche blocco e lama instabile, localmente ricoperta di licheni, da evitare in caso di pioggia.
I tiri di corda sono sempre piuttosto brevi, sui 25-30 m. Soste sono nuove ed ottime ( due fix spesso collegati), ma l’impegno della salita non è molto cambiato: chiodi ravvicinati solo nei tratti più duri (aperti in artificiale), molto rari per il resto, pertanto l’itinerario è spesso un po’ da cercare.
1) Si attacca alla base dello spigolo lungo delle facili roccette che portano ad un’evidente rampa (parzialmente erbosa) verso sinistra (cordino bianco evidente), fino a un terrazzino di sosta (III+, 30m).
2) Si segue la fessura sopra la sosta e un diedro obliquo verso destra, dopo circa 10m non proseguire nel diedro-canale ma salire a sinistra su un gradino di roccia nerastra. La sosta rimane subito dietro (IV un passo di IV+, 25m).
3) Dalla sosta spostarsi a dx (ch.) e aggirare un breve strapiombo, riprendere quindi il filo dello sperone con difficoltà discontinue (IV poi III), sosta sul filo (25m).
4) Proseguire sul largo filo dello sperone (III) per placche e brevi risalti fino ad un terrazzo dove il filo prende verticalità (30m).
5) Ignorare una sosta con vecchi cordoni in alto a sinistra dello spigolo che può indurre in errore, salire verso destra e seguire il filo dello spigolo, superando alcuni piccoli strapiombi (chiodi) fino ad un terrazzino alla base di un diedro (IV con 2 passi di IV+, 25m).
6) Continuare sullo spigolo, inizialmente a sx, non farsi tentare da un vecchio chiodo sotto uno strapiombo ma scavalcare lo spigolo alla base di un strapiombo (IV+), continuando in cresta (IV, un passo di IV+) fino alla sosta alla base di una placconata con licheni a dx dello spigolo (25m).
7) Superare la placconata scura salendo in obliquo (V/V+, numerosi chiodi) e uscire più facilmente sull’affilato spigolo, che si segue fino a un comodo terrazzino sulla sx alla base di un muro verticale levigato e solcato da una fessura (30m).
8) Salire la placca sprotetta sopra la sosta (V-), piegando prima verso dx e poi tornando a sx verso il muro fessurato (ch. alla base). Salire la fessura (passo di 6a o A0, VI/A1 secondo Vaucher) che in alto si fa più appoggiata (friend incastrato) e poi obliquare a sx (15m).
9) Salire al di sopra della sosta (friend incastrato) e quindi piegare verso dx sotto un tratto aggettante (ch. rosso ben visibile), salire lo strapiombo successivo (V+), con prese generose ma alcune rocce mobili. Traversare pochi metri verso dx fino a sosta sotto un altro ripido risalto (25m).
10) Traversare a dx in orizzontale qualche metro (sprotetto) e salire verticalmente verso sx in un diedro-camino (1 fix e 1 ch.), quindi risalire il ripido diedro finale lungo la linea dei chiodi o in un camino di rocce marce sulla sx (VI+/AO, V+ e A2 secondo Vaucher). L’uscita prevede ancora un passo aggettante e faticoso (V+), raggiungendo un terrazzino dove si sosta (30m).
11) Spostarsi sul lato nord dello spigolo salendo le belle placche fessurate ascendenti verso dx (V, chiodi) e quindi risalire un breve muretto (IV+) che porta in sosta (20m).
12) Salire ancora un tratto sulla dx lungo una bella fessura (passo di V, friend incastrato inutilizzabile), poi tornare sul filo verso sx (ignorando una sosta a fix) e risalire un diedro-camino (rocce mobili in uscita) che conduce sulla cresta sommitale (IV). Traversare quindi per una decina di metri scarsi verso sx finno alla sosta della via Brontolo Balakov (35m).
13) Raggiungere la vetta superando l’ultimo tiro della via Brontolo Balakov (III+/IV-).
Per la discesa 2 possibilità:
1) In doppia su Brontolo Balakov. Due doppie verso sud (15+25m) permettono di raggiungere una forcella, da cui si risale ad un gendarme (cordini). Con numerose doppie da 25-30m si scende fino alla base della parete. Attenzione a seguire sempre i fix della via generalmente lungo il filo dello sperone, senza lasciarsi tentare dalle placche esposte a sud (soprattutto dopo 4 calate in corrispondenza di un tratto con roccia chiara).
2) Più impegnativa ma molto più interessante, consiste nell’effettuare la traversata fino alla Vierge de l’Arolette, aggiungendo almeno un’ora di arrampicata facile in cresta (II, tratti di III). Seguire la cresta verso N, calarsi alla base della seconda torre del tridente che si aggira, e quindi scavalcare la terza vetta del Trident de l’Arolette (con successiva calata in doppia). Proseguire con facile arrampicata fino in cima alla Vierge de l’Arolette (m 2960), da cui si scende lungo la cresta N effettuando 5 doppie da 25 m (attrezzate) fino al Col de l’Aroletta. Di qui a destra su pietraie o neve si scende verso la base della parete della Vierge raggiungendo il percorso di accesso per l’attacco della via (vedi https://stage.gulliver.it/itinerari/aroletta-vierge-de-l-cresta-sud/)
- Bibliografia:
- "Alpi Pennine la 100 più belle ascensioni" Vaucher