Jazzi (Cima) dal Monte Moro

Jazzi (Cima) dal Monte Moro
La gita
gicco
4 14/07/2024
Accesso stradale
Si arriva in macchina fino alla base delle funivie di Monte Moro, o la si lascia alla base della seggiovia di Pecetto per poi tornare alla funivia, avendo però la macchina più vicina il secondo giorno.

Gita in avanscoperta viste le poche informazioni trovate online. Ecco un resoconto per i posteri, che spero aiuti a trovare la via.
Giorno 1:
Arrivati in cima alla funivia del Monte Moro si punta subito a ovest salendo lungo il versante italiano su sentiero escursionistico che ci porta poi alla cresta. Al momento è molto coperto dalla neve ma il percorso è intuitivo e su Komoot/Strava si può facilmente seguire la traccia del sentiero. Presto si svalica in cresta e si attacca un breve pendio sul lato svizzero, sempre puntando a ovest e sempre seguendo le tracce del sentiero e delle eventuali app di localizzazione. Ci si trova quindi su ghiacciaio e dopo essersi legati si segue ancora verso ovest tenendosi paralleli alla cresta che si avrà alla propria sinistra, in leggera ascesa. Si arriva presto alla selletta tra la Cresta Stenigalchi e la Cima Di Roffel Orientale e si presentano due opzioni: affrontare il pendio ripido che ci troviamo davanti immaginando di continuare sempre paralleli al confine di stato, tenendosi prima in costa e poi facendo una diagonale ascendente verso N-NO stando molto attenti ai crepacci (scelta fatta da noi ma sconsigliata, non sapevamo dell’alternativa), o aggirare il pendio dalla sua destra per poi salirlo più dolcemente e sicuramente dal suo lato nord, evitando i crepacci più pericolosi (scelta consigliata e spiegataci da Andrea, guida alpina incontrata al bivacco Luino). A questo punto si segue ancora verso ovest, tenendosi abbastanza vicino alla cresta e paralleli al confine di stato fino a quando il bivacco Luino spunta colorato e arroccato sulla cresta. Quest’ultima è breve e facile ma un po’ esposta se si è alla prime armi. Al bivacco alla fine eravamo 12: tre local con una guida (Andrea, preziosissimo!), noi cinque e un gruppo di 4 Sardi. Siamo stati stretti ma ben caldi, 9 sarebbe il numero perfetto. La prima casettina ospita due lettoni a castello da 3/4 persone l’uno, la seconda casetta ospita l’area comune con cucinino e altro letto a soppalco da 3/4 persone. Sono presenti coperte, stoviglie e cucinino, luce e corrente grazie ai pannelli solari. Trattate bene il bivacco, che è di tutti, e lasciate un’offerta! Usare possibilmente il proprio gas, quello del bivacco solo per sciogliere la neve e bere.

Giorno 2:
Si parte presto sopra al bivacco, tagliando il pendio verso ovest su versante italiano: breve tratto di una cinquantina di metri molto esposti, attenzione alla neve se molto dura la mattina. Si svalica di nuovo in svizzera e si apre uno splendido panorama sul Rosa e il Cervino! Si scende circa un centinaio di metri (a questo punto verso SO), lasciando alla propria sinistra il Passo Jacchini, netto intaglio tra il Weisstorspitze e la Jazzi. Si aggira la Jazzi per poi attaccarla dal dolce e facile versante NO: con zig-zag a piacimento, a seconda dell’allenamento, si arriva alla croce di vetta con spettacolare vista sul gruppo del Rosa!
Si riscende da dove si è saliti e si punta verso il Passo Jacchini: noi siamo scesi da qui, consigliata per chi ha voglia di cimentarsi in un alpinismo facile ma che necessita comunque una buona capacità di trovare la via, calare in corda doppia, fare una conserva protetta. Si sale leggermente sul lato sinistro (NE) del passo, cercando una spaziosa cengia in cui preparare l’assetto per la conserva su roccia. Se trovate una targa con madonnina siete nel punto giusto! A questo punto si fa un traverso verso NE, leggermente discendente (due spit) fino ad arrivare ad una sosta a spit con cordoni. Ci si cala su maglia rapida per una ventina di metri abbastanza in linea retta per poi trovare la sosta successiva alla propria destra, sempre a spit. Si traversa ancora verso destra, sempre nella stessa direzione di prima, fino ad un’altra sosta a spit con lunga catena che porta verso la crestina sottostante (4 spit). Da questa sosta consigliamo una calata di altri 20-25 metri fino ad un gruppo di rocce sul lato della cresta (si sconsiglia la calata nel canale a NE della crestina). Dalle rocce si cerca la via più facile per portarsi nel nevaio sottostante. I passaggi sono un po’ esposti ma si fa tutto abbastanza agilmente, stando attenti a non far cadere giù sassi instabili. Dal nevaio sottostante si scende per la massima pendenza, sempre puntando a E-NE, evitando di andare a finire nel giacciaio di Roffel sottostante: quando iniziate a vederlo, tenetevi sulla destra e partendo da una evidente terrazza panoramica scendere seguendo ometti e cercando il facile, con passaggi di I-II grado, fino ad arrivare sopra al rifugio Sella. Da qui si può imboccare il lunghissssssssimo sentiero di discesa che seguendo bolli e ometti vi riporterà verso Pecetto/Macugnaga. Vista la tanta neve noi abbiamo tagliato in linea retta con i ramponi, non più legati (nevaio, non ghiacciaio) per poi imboccare il sentiero intorno a quota 2600. A seconda dell’innevamento questa parte cambia molto. Attenzione che il sentiero (di Rofffelstaffel) poi passerebbe da un punte su un torrente/cascata in una stretta gola: il ponte al momento non è presente e parte della gola è crollata per via delle recenti alluvioni, ma stando attenti si riesce a passare saltando tra le rocce. Aiutarsi eventualmente con le corde.
La discesa è veramente lunga e faticosa, contando che si finiscono le calate a circa 3400 e si deve scendere fino ai 1400 della bassa valle.

In ogni caso gita e zona bellissima, poco frequentata e ricca di molti aspetti alpinistici diversi, quindi ottima per fare pratica.

Ringrazio la guida Andrea e i suoi compagni Matteo e Matteo, che sono stati gentilissimi ad accoglierci al bivacco dove erano arrivati un paio d’ore prima di noi. Il nostro gruppo era formato da me e Martina, formidabile nella sua seconda esperienza alpinistica nonostante le paure nell’affrontare le creste, e dalla cordata Fabio-Emma-Sello. Il bivacco Luino è un posto magico, spero di tornarci una volta in un momenti in cui è meno affollato!
A, andate a seguire la pagina instagram delle Guide Alpine Macugnaga, e fate un reel con la Canzone Dell’Estate!

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