Sveglia al Mönchsjochhütte alle 3 e partenza intorno alle 4. Dal rifugio si scende al Jungfraujoch attraverso la pista battuta che si è percorso il giorno precedente, dunque si scavalcano le corde di sicurezza e si inizia ad abbassarsi in direzione SO sullo Jungfraufirn (attenzione: piuttosto crepacciato) puntando in direzione di un evidente spuntone roccioso: il Rottalsporn. L’attacco dello stesso prevede un tratto di neve abbastanza ripido perciò, seppur breve, conviene calzare i ramponi. Una volta giunti al pluviometro (e tolti i ramponi) si inizia a risalire lo sperone roccioso con passaggi di II grado, fatta eccezione per un diedrino di III grado al termine del quale è presente un’ottima sosta a spit che permette di recuperare il secondo in tutta sicurezza (nonchè di calarsi in doppia al ritorno se lo si desidera). Dopo circa 45 minuti si giunge sul crinale nevoso del Rottalsporn e si calzano nuovamente i ramponi; la dorsale ha un’inclinazione inizialmente modesta e successivamente intorno ai 40-45°. Si giunge dunque a un traverso che conviene percorrere abbastanza velocemente perché esposto a possibili scariche.
Dopo il traverso segue un breve pendio ripido (circa 50°) grazie al quale si guadagna il colle Rottalsattel (3885m).
Da qui si procede verso destra, in direzione SE, una cresta non eccessivamente stretta che conduce alle roccette antistanti il tratto finale di salita (caratterizzato da pali per assicurazione, come nel caso del vicino Monch). I pali procedono indicativamente fino alla vetta tenendo la sinistra (cioè rimanendo sul bordo delle rocce), ma attualmente è presente un’ottima traccia a “zig zag” su neve che permette di raggiungere la vetta più comodamente e facilmente!
Noi, procedendo a passo medio/lento, abbiamo impiegato circa 4-4.30h dal rifugio alla vetta della Jungfrau, e circa 3-3.30h per tornare allo Jungfraujoch.
Bellissima salita con papà, suo 14° e mio 15° 4000 delle Alpi!