La vetta è salibile ormai esclusivamente tramite agenzie. La montagna è strettamente controllata, ed è ormai impossibile accedervi senza acquistare un pacchetto di 2 giorni almeno (costo primavera 2013: 360€ circa, tutto incluso).
Una volta arrivati, ci si registra presso le autorità del Parco, ottenendo il permesso (da tenere sempre al collo per tutta la durata dell'ascensione: verrà controllato a vari checkpoint lungo il percorso). Si incontra la propria guida (obbligatoria) e si verifica l'attrezzatura (è possibile affittare bastoncino da trekking e pila frontale per 25 RM)
Si sale di nuovo sul bus navetta, che conduce in pochi minuti a Timpohon Gate 1866m, dove ha inizio la salita.
Da Timpohon Gate il sentiero perde quota (una cinquantina di metri di dislivello) per poi iniziare a salire fino alle Carson’s Falls (acqua non potabile). Segue una lunga successione di scalinate di legno e di sentieri che più o meno ripidamente conducono ai vari ricoveri (Shelters), ove è possibile approvvigionarsi di acqua potabile e avvalersi dei servizi igienici (no carta igienica). Generalmente la guida vi farà fermare per pranzo a Layang Layang.
Dopo Layang Layang la salita si fa più ripida e, superati altri due ricoveri, si giunge a Laban Rata 3273m, ove si passerà la notte (tempo complessivo: 4-5 ore comprese le soste). Nel frattempo si è usciti dalla giungla e l’ambiente è dominato da rododendri e arbusti.
A Laban Rata la cena è disponibile dalle 16.30 alle 18.30. Colazione ore 2, partenza ore 2.30.
Dal rifugio, alla luce della frontale, si affrontano le ripide scalinate e poi le corde fisse su nudo granito che conducono a Sayat Sayat 3688m. Dopo Sayat Sayat la salita si fa meno ripida e avviene sul plateau sommitale. Varie paline continuano a indicare lo sviluppo chilometrico ogni 500m. Si affrontano dei passaggi elementari su roccia (I grado, comunque evitabili verso sinistra) e si giunge infine in vetta, dopo 8,7 km da Timpohon Gate. L’arrivo avviene generalmente tra le 5 e le 6, in tempo per gustarsi l’alba.
N.B.: Dalle 10 del mattino alla sera la montagna è quasi costantemente avvolta da fitte coltri di nubi (occorre rammentare che siamo all’equatore: se al livello del mare la temperatura si aggira sui 35°, in vetta si aggira sui 5°. L’umidità è intorno al 90%, costantemente. Da qui la copiosa formazione di nubi).
Discesa per la via di salita, con seconda colazione a Laban Rata e pranzo al Main Gate del Parco.
La montagna è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità UNESCO per la sua incredibile varietà di fauna e flora, unica al mondo.
Nota sulla toponomastica: il nome Kinabalu significa "l'onorato luogo dei morti" in lingua locale, ma c'è una leggenda che dice che il nome significhi "vedova cinese (Kina- Balu)". La leggenda narra che una donna cinese, sposata con un ammiraglio, aspettasse il marito tornare dai suoi viaggi per mare. Tormentata dall'attesa, saliva ogni giorno sulla vetta del monte, per scrutare il mare in cerca dell'amato. Un giorno, la donna morì sulla vetta per la fatica e il freddo. Lo spirito della montagna la pietrificò e la trasformò in una delle vette del plateau sommitale.