Dalla Meisonetta a qui il passo e’ breve. Sempre e soltanto di monotiri si parla. Qui se no altro la struttura si presente un ci ci nin piu’ abbattuta. Tuttavia non mancano passaggi tipo tetti e strapiombi dove azzerare a questo punto si rende inevitabile se si vuol avere ragione del monotiro se si decide di salirlo per intero. Iniziato gia caldo delle due pocanzi salite alla Meisonetta destreggiandomi partendo dal settore sinistro con can camin. Un 5a ben manigliato per procedere subito dopo attrezzato per fare tutto in sicurezza con corda dall’alto, con Fessin- Fessura monotiro questo tecnico di placca, un bel 5/c. Salgo anche quella immediatamente a fianco procedendo sempre con ordine da sinistra verso destra. Arrivato al centro della struttura, dove la difficolta’ di per se esagerata, parliamo di tripla L 6B+, mi costringe a un duro lavoro di braccia ad azzerare tutto cio’ che trovo di ancoraggi in loco per aver ragione di un ribaltamento al di sopra da sotto un tetto. Molto cattivo come passaggio di pura forza fisica. Non che il successivo fosse tanto da meno..anzi..in questo caso addirittura un 6c, ma di placca relativo al tiro chiamato “ascesa verso il nulla” dove anche in questo caso tirare qualcosa si e’ reso inevitabile. A seguire con continue brevi calate in doppia, il “grande incendio”, “spari nel silenzio”, “altola’”, “edera spinosa”, “chi vala’”. Queste ultime un tantino piu’ abbordabili, eccezzion fatta per s”pari nel silenzio”, questa pure oltre i miei attuali limiti (che non so per quanto ancora riusciro’ a mantenere). Speriamo non diventi abitudine questo comunque bel gioco ginnico a mio avviso su queste solari siti di bassa quota..la montagna resta sempre e comunque la preferita quale scelta migliore si possa fare nella vita per un piu’ totale pieno appagamento a tutti i livelli.