Un chiodo da roccia posto circa tre metri sopra la fine del ghiaccio,e cordone di sosta sull'albero sommitale.
Dal rifugio Vittoria, raggiungibile con l’auto, le cascate sono già visibili in fondo al lago sulla sinistra. Per raggiungerle costeggiare il lago sulla destra fin sotto le colate. Evitare, anche se ghiacciato, di attraversare il lago direttamente. Tempo 20 minuti.
Relazione:
Salendo su rampe di ghiaccio effimero, si raggiunge la frangia stalattitica che penzola da un tetto di roccia. Tale frangia, troppo sottile e delicata per essere affrontata direttamente, l’abbiamo aggirata sulla sinistra, con passaggi di misto su rocce instabili tenute insieme dal freddo.
Oltrepassata questa delicata sezione di roccia, si riprende a salire su ghiaccio fino al suo termine, traversando a destra del pilastro di ghiaccio che conduce alla sorgente della cascata.
Ci si alza un paio di metri oltre il termine del ghiaccio e sempre sulla destra si vince un ribaltamento roccioso di dubbia solidità (chiodo lasciato in alto a destra), col quale si guadagna un terrazzino inclinato, e quindi fidandosi della terra gelata si entra nel diedro terminale.
Si sale con moltissima cautela fino al bosco sommatale, infatti l’uscita rappresenta in pieno le “condizioni perfette”: roccia rotta, sporca e non proteggibile(occhio alle penne).
Discesa: con una comoda doppia da 60m dall’albero sommatale.