Pochissime possibilità di comunicare. A volte neppure con il satellitare.
Arughat – Soti Khola: abbiamo scelto di effettuarlo di sera e con un pulman. Non per deboli di cuore. Si può percorrere anche a piedi.
Soti Khola [700] – Macha Khola [870]: 400D+, 150D-, 8h. Si segue la valle del Budhi Gundakhi, qui è ancora sufficientemente ampia. Sentieri scoscesi, cascate, campi terrazzati e piccoli insediamenti. Si vedono i trascorsi del terremoto non solo sulle case ma anche sul percorso e si attraversa il fiume diverse volte su ponti sospesi: una costante anche per le tappe successive.
Macha Khola [870] – Jagat [1340]: 700D+, 150D-, 8h. La valle inizia a stringersi e si iniziano ad attraversare corridoi fra altissime pareti verticali. Lungo il percorso si attraversa Tatopani con la sua fonte di acqua calda.
Jagat [1340] – Deng [1860]: 650D+, 200D-, 8h. Qui la valle si restringe ancora. Lungo il percorso si possono ammirare alcuni mulini (ghatta).
Deng [1860] – Namrung [2630]: 1200D+, 350D-, 9h. Si entra in una regione, Nupri, a prevalenza tibetana. Fanno la comparsa il mantello caratteristico rossi (chuba) e i muro mani con le pietre abilmente scolpite con mandala e immagini del Budda. A Ghap si entra attraverso un kani (porta di ingresso all’insediamento) finemente decorati all’interno con numerosi mandala. Inizia a cambiare la vegetazione, passando in foreste di rododentri e abeti in cui fanno capolino le scimmie grigie di montagna. A Namrung finalmente si può ammirare il Manaslu.
Namrung [2630] – Lho [3180]: 700D+, 200D-, 5h. Tappe più brevei per acclimatarsi meglio. Cambiano le abitazioni, fanno comparsa delle “case di corte” con cortile comune al posto delle case singole. La valle si allarga, il panorama è magnifico e oltre al Manaslu si ammira a nordest la catena del Kutang e a nordovest quella del Larkya con il Naike. La fogliazione è magnifica e il contrasto tra abeti e larici è evidente. Sovrasta il villaggio un magnifico gompa, visibilmente danneggiato dal terremoto, dal quale si gode una stupenda vista sul Manaslu.
Lho [3180] – Samagaon [3520]: 700D+, 300D-, 5h. Di nuovo un saliscendi prima di intraprendere la salita che porta al villaggio. E’ presente un bel gompa e una ruota di preghiera. Merita una visita anche la scuola del villaggio che accoglie tantissimi bambini provenienti dagli insediamenti limitrofi. Se fate una donazione il rettore vi da la ricevuta!
Samagaon [3520] – Samdo [3875]: 500D+, 100D-, 5h. Invece di salire direttamente a Samdo si può salire prima al Birenda Tal (lago) in cui con un po’ di fortuna si può ammirare il Manaslu specchiarsi nel lago. Sopra al villaggio sono presenti una serie di chorten che portano alla cima del Sando. Utile per aiutare l’acclimatazione raggiungerne qualcuno e ammirare il tramonto.
Samdo [3875] – Dharmashala [4460]: 650D+, 50D-, 5h. E’ un bivacco e se prima si era in condizioni spartane, qui è oltre. Comunque c’è un tetto sulla testa. Lungo il sentiero si incontra la “strada” che attraverso il Lajyang La mette in collegamento con il Tibet.
Dharmashala [4460] – Bimtang [3590]: 950D+, 1700D-, 9h. Meglio partire molto presto, normalmente al passo il vento tende ad aumentare con il passare delle ore fino a proprie tempeste. Si arriva a 5160m sui resti di un ghiacciaio e camminando su morene sassose. Ci sono alcuni laghetti glaciali. Una volta in cima c’è il rischio di rimanere abbagliati dalla vista della catena dell’Annapurna dall’altra parte. Una meraviglia. La discese è lunga e disagevole, conviene avere almeno i ramponcini a 4 punte per camminare in tranquillità. Non bisogna perdere molto tempo e non sottovalutare la lunghezza della discesa. Ricordarsi che si è a 5000m. Bimtang è una liberazione, ma anche la tristezza di essere alla fine del trekking. Si vede il Manaslu dall’altro versante, ma è piuttosto anonimo e sembra un lontano parente della montagna ammirata a Namrung.
Bimtang [3590] – Dharapani [1960]: 200D+, 1900D-, 9h. Altra tappa lunghissima quasi completamente in discesa. Si attraversano diverse lingue moreniche, resti di ghiacciai che non ci sono più, fanno di nuovo capolino le scimmie di montagna, e lunghi ponti sospesi. Attardarsi ad ammirare troppo il paesaggio si rischia di arrivare con il buio inoltrato. Qui ci si congiunge con il sentiero che parte per il circuito dell’Annapurna.
Dharapani [1960] – Chyamche [1430]: 150D+, 1000D-. Ormai le grandi altezze sono alle spalle, la discesa è composta da alcuni tratti ripidi collegati con lunghi tratti pianeggianti. Si vede che il turismo è molto più frequente, lo dimostrano i numerosi lodge e i venditori ambulanti. Qui finisce il trekking, volendo si può proseguire ma ormai si cammina su una jeeppabile: conviene prendere un mezzo e dirigersi a Bhulbule e poi da lì con un autobus ritornare a Katmandhu.
Alla fine si stimano un 7000m di dislivello positivo e 6200 negativo, con una lunghezza di 180km.
- Cartografia:
- Around Manaslu & Tsum valley NS505
- Bibliografia:
- trekking in Nepal (EDT), Trekking in the Manaslu region