Non consigliabile con neve o ghiaccio, ottima gita ad inizio autunno.
Dal posteggio al ponte del Medico ci si incammina sulla carrareccia che si può seguire integralmente (percorso più lungo) oppure usufruire delle numerose scorciatoie non segnalate ma evidenti. Una terza opzione è il recente sentiero Whymper per il Rifugio Migliorero, che passa sul versante idrografico destro del torrente e si ricollega alla stradina nel pianoro sopra la cascata. Raggiunto quindi il ripiano del verdeggiante vallone del Migliorero, ci si incammina sulla sx (salendo), verso una baita, si attraversa un ponte e si procede sul fondo del vallone costeggiando il bosco di conifere (sulla sx); poi si incontra un altro ponte, lo si attraversa e si sale in mezzo al vallone. Trascurata la diramazione per il rifugio (sulla sx), poco dopo si incontra il bivio, sulla dx, per il Passo di Rostagno, lo si trascura. In prossimità del Rifugio a 2100 m sul “cuccuzzulo” boschivo la traccia costeggia il Lago d’Ischiator inferiore e, dopo aver tralasciato a destra i sentieri per il Passo d’Ischiator e i Laghi Ischiator mediano e superiore, imboccare verso sinistra l’evidente mulattiera per il Passo di Laroussa, che sale mai troppo ripida con un lungo traverso nella conca di pietrame.A circa metà di questa mulattiera si incontra a destra il bivio per il Lago di Laroussa, da ignorare. Giunti al Passo di Laroussa 2471 m, seguire la traccia sulla destra (bolli rossi e cartello segnaletico) per il Monte Laroussa. Dopo un prima ripida balza, si prosegue in direzione sud per un lungo traverso, dapprima attraversando una pietraia di grossi blocchi piuttosto stabili, poi per erba sino a giungere di fronte ad una piccola paretina rocciosa a quota 2600 m circa. Qui se si seguono i segnavia di vernice, vi è l’unico passaggio leggermente più impegnativo della salita, ovvero u breve camino/paretina con facili gradoni di I, non esposto ma delicato con terreno non asciutto. Alternativamente, è possibile aggirare l’ostacolo proseguendo a margine della paretina rocciosa in direzione est, finchè essa termina lasciando posto ad un semplice pendio di pietrame ed erba. In entrambi i casi ci si affaccia sul vasto pendio di salita alla cima. Specialmente nella prima metà non vi è un sentiero evidente ma solo vaghe tracce, si usino i bolli di vernice per l’orientamento. La pendenza è sempre piuttosto sostenuta e richiede una certa fatica. Negli ultimi 150 m compare una traccia più marcata e anche un po’ più comoda, con qualche serpentina si giunge nei pressi del crestone est, che si costeggia dal basso raggiungendo la vetta 2905 .
Discesa a ritroso oppure in traversata su San Bernolfo.
- Cartografia:
- IGC n.7 Valli Maira, Grana e Stura 1:50.000