E' consigliabile percorrerla in 3 giorni, ma è fattibile anche in uno (percorsa in 8:15 ore da Tommaso Funaro il 17-10-2013).
Lo sviluppo totale si aggira intorno ai 40/45 km.
-Accesso punto d’arrivo: Arrivando a Morolo da Supino/Frosinone, si giunge ad uno stretto arco e superandolo, si entra nel centro storico. Senza passare l’arco si gira a dx e si parcheggia nella piazzetta. Si prosegue a piedi entrando nel paesino (passando sotto l’arco con semaforo) raggiungendo la piazza principale, si prosegue in piano, passando a dx della chiesa e raggiungendo un altro parcheggio, si prosegue per la strada ripida a sx (segni bianco-rossi), poco più di 15’ dall’auto.
[sentiero n° 2] Dal parcheggio si prosegue in discesa per la strada cementata che brevemente conduce al Campo di Segni (845 m). Ignorando le indicazioni del cartello che riporta i sentieri, si prende la strada di sx per abbandonarla subito piegando a dx in direzione sud (sasso con evidente bandierina di vernice bianco-rossa).
Si attraversa il verde pianoro puntando al terzo valloncello sassoso da dx, facilmente individuabile tra due recinzioni con grosse baracche. Si risale il valloncello seguendo i segni (da questo punto in poi sono frequenti) fino a raggiungere una stradina sterrata. Si attraversa la sterrata e si prosegue per lo stretto e sassoso valloncello che in leggera salita, piegando a sx, termina ad una sella boscosa (860 m).
Proseguendo piegando a dx in leggera salita si entra in una valle con faggi di notevole altezza, la si risale e man mano che il sentiero si fa più ripido (faticoso) il tracciato sale a piccoli tornanti. Dopo c. 35’ (c. 1175 m) il sentiero piega a sx, prosegue a mezzacosta alternando tratti in falsopiano a tratti più ripidi, superando varie vallette, raggiunge la sassosa ed assolata cresta est (1310 m).
Si prosegue in salita (ovest) e brevemente si raggiunge la croce di vetta a 1378 m. Da qui si prende il sentiero che scende a sud [n° 1-3-4], si segue in discesa fino alla sella boscosa dove si piega a sx (1226 m). Scendendo si supera (a dx) l’innesto del sentiero che sale da Norma [n° 1], si prosegue in discesa sulla cresta (SE). Uscendo dal bosco si raggiunge la Costa delle Tombelle, si prosegue sul filo di cresta superando vari cocuzzoli.
Raggiunta un’ampia sella sassosa si piega a sx (c. 890 m). Ora con sentiero poco evidente e poco intuitivo si scende (est) nella rada boscaglia. Dove il bosco si infittisce si raggiunge una recinzione che si segue in leggera discesa (avendo sulla sx la recinzione, tratto non molto agevole per la presenza di rovi) fino ad una strada sterrata (sale da Montellanico) nei pressi di un piccolo laghetto (Volubro, Altopiano di Collemezzo).
Seguendo la strada verso dx si arriva ad un altro laghetto, aggirato il quale ci si immette nella stretta Valle le Gotte (713 m) [n° 16]. Si percorre la stretta valle (SE) praticamente in piano (si passa la deviazione per La Selva), raggiunta una baracca sulla sx si prosegue dritti.
Prima di un pozzo (acqua non potabile), dove la valle si allarga, bisogna prestare attenzione a prendere i segni che salgono a sx (ometti), abbandonando il fondo della valle. Si sale quindi a sx seguendo il sentiero segnato raggiungendo la sella a NO del M. Perentile (840 m). Si tralascia il sentiero segnato che valica la sella (scende a Carpineto) per seguire quello segnato che sale a dx raggiungendo la vetta del Perentile (1021 m).
Si prosegue per lo spartiacque fino alla strada sterrata al Valico della Fota (piccolo edificio e traliccio, 1004 m). Da qui con una deviazione si potrebbe raggiungere la Sorgente del Rapiglio per rifornirsi d’acqua.
Dal valico si prosegue a dx, in piano fino ad incontrare il sentiero che sale da Vado la Mola [n° 14], subito dopo si arriva ad un muretto in pietra dove vi è una baita con prato. Ora con ripida salita si raggiunge la cresta NO (le Matreagne) del Capreo. Attraversata una grossa dolina si prosegue per la sassosa cresta. Arrivati ad una sella si entra nel bosco e con un ultimo tratto ripido si raggiunge la vetta del M. Croce di Capreo (1421 m).
Da qui si scende [n°15] e si attraversa verso la Sella del Semprevisa (1335 m), da dove si piega a sx, allacciandosi al sentiero che sale da Bassiano [n°10] che, dopo un breve tratto ripido e sassoso, entra nella faggeta. Si passa accanto al Pozzo della Neve e si raggiunge la cresta, la si percorre raggiungendo la vetta del M. Semprevisa (1536 m). Dalla cima si prosegue sempre verso Sud-Est [n°8] passando per la deviazione per la Fonte del Sambuco, il M. la Croce (1427 m) e i Piani dell’Erdigheta, al termine dei quali si piega a sx entrando nel bosco.
Usciti dal bosco, si segue la spoglia cresta e dove il sentiero segnato piega nettamente a sx, (da qui ci sono 2 alternative):
-VIA ALTERNATIVA (comoda): si seguono le tracce di sentiero che scendono nel bosco fino ad incontrare una strada sterrata. Si segue la strada che attraversa tutto il Pian della Faggeta. Quando la strada diventa asfaltata, si prende una stradina dopo c. 50 m a dx, dove poco dopo si stacca sulla sx una traccia che scende fino al Ponte Occhio di Bue (strada provinciale Carpineto Romano-Maenza). Da qui si prosegue sulla strada asfaltata in direzione Maenza (sud-est) fino alla Cona di Selvapiana.
-VIA ORIGINALE (ormai quasi inesistente): si prosegue dritti per evidente traccia [non segnato] fino ad una selletta, Obbico della Ritarra (1059 m). Si prosegue ancora dritti a mezzacosta aggirando il primo cocuzzolo sulla sx (segni sporadici e sbiaditi) in direzione di Pian della Faggeta. Intorno a q. 1000 m (attenzione a non scendere troppo) si abbandona il sentiero (che continuerebbe a scendere verso Pian della Faggeta) per proseguire a dx a mezzacosta per tracce di animali; tra cespugli e arbusti si intercetta il vecchio sentiero segnato (segni molto frequenti ma non sempre visibili) che conduce allo stretto valico (961 m).
Si valica e, seguendo una valletta sassosa, si scende per il versante NE del Perrone del Corvo. Continuando a scendere si abbandona la valletta sassosa spostandosi a dx (segni non sempre evidenti) raggiungendo una zona con bosco più rado (recente disboscamento) dove si continua a scendere (NE) facendo attenzione a non seguire le invitanti tracce a dx. Uscendo dal bosco si attraversa (NE) una zona con rovi alternati a piccoli prati fino a raggiungere una recinzione di una abitazione che si segue (avendola a sx) fino alla strada provinciale. [n°19] Ora seguendo la strada per 100 m a dx si raggiunge Cona di Selva Piana.
Da qui (Cona) si prende la stradina bianca a sx che si segue fino ad arrivare dopo qualche km alla Fonte Acqua del Carpino. L’itinerario originale invece, segue un sentiero ormai in disuso: seguire la stradina bianca a sx fino ad un bivio dove si prosegue a sx, poco dopo si tralascia il sentiero segnato che sale a dx e si prosegue dritti.
Quando la strada piega a sx la si abbandona per il sentiero segnato che si stacca a dx, ed entra in una valletta (NE). Il sentiero risale la valletta che sale piegando a sx. Poco prima di una sella si va a dx e con sentiero a mezzacosta, e brevi salite, si raggiunge un tornante di una sterrata; seguendola si sale alla Fonte Acqua del Carpino (943 m).
Si riparte a dx del fontanile e con delle svolte si sale il fianco boscoso del monte. Finito il tratto ripido il sentiero prosegue in piano e raggiunge una valletta, la si risale (N) raggiungendo un terrazzamento che sorregge un verde pianoro. Si segue l’evidente sentiero che costeggia il prato passando accanto a dei muri a secco e si risale brevemente la costa sassosa. Si valica una selletta a ovest di Cima Caprarella e piegando a sx si attraversa un pianoro spoglio (Lestra Gigante). Terminato il pianoro si piega a dx, si passa sotto un enorme albero, poi ancora a sx fino a giungere ad una sella (1185 m).
Si risale brevemente il ripido costone sassoso a dx per poi proseguire in piano, a mezzacosta. Ora il sentiero va a sx ed entra in una stretta e breve valletta che conduce dentro il bosco. Si superano delle piccole radure, si passa accanto a delle doline (all’interno di un bosco), fino a sbucare sulla cresta sud del Malaina (attenzione: il tratto dal terrazzamento che sorregge il verde pianoro, fino alla cresta sud, può presentare problemi di orientamento con poca visibilità). Si segue un breve tratto sul limite del bosco, poi usciti sulla cresta, aggirando due cocuzzoli sassosi (da sx arriva il sentiero n°29 da Carpineto), si affronta l’ultimo ripido tratto sassoso che porta in vetta (1480 m).Dalla cima si prosegue [n°17] verso Nord-Est fino a raggiungere la sella dove, da sx, sale il sentiero da Gorga (1395 m). Da qui si prosegue a sx in direzione nord. Raggiunto il pianoro con caratteristico recinto in pietra (1284 m), dove l’itinerario 17 piega a sx e raggiunge Gorga, si prosegue dritti (NNE) seguendo il sentiero segnato che sale allo Sperone Maraoni [n° 20]. Raggiunti i Prati del Lontro, passata la casetta recintata (Hotel Pinguino, 1250 m), da dx arriva il sentiero che sale da Morolo. [n° 21] Lo si segue, si passa davanti ad una Madonnina. Si passa dalla testata della Valle la Torre, attraversando poi la parte alta della Valle Crestatina. Si scende brevemente lo spartiacque tra la Valle Civita e la Valle Crestatina fino a q. 950 m (dopo un ghiaione). Ora con numerosi tornanti si scende quasi integralmente il lato dx della Valle Civita: attenzione ad ogni tornante a non proseguire dritti per le tracce che proseguono a mezzacosta (segni non sempre evidenti). Si segue il successivo pendio per poi piegare a sx e proseguire pochi metri in piano fino ad un fontanile. Si aggira un costone, si prosegue in piano, si piega a sx e si continua su ripida discesa. Si continua sul sentiero sassoso e piegando a sx si raggiunge una stradina in cemento, ha sx si hanno i ruderi del Castello Medioevale. Fiancheggiando delle case si continua a scendere la ripida strada fino al piccolo spiazzo dell’arrivo in paese a Morolo (FR).
- Cartografia:
- Monti Lepini (ed. Il Lupo)