Il tracciato si insinua sulla grande parete incrociando i due Papy, portandosi poi alla loro sinistra, ragion per cui l’eventualità di una ritirata va considerata fino alla sosta di L4.
Chiodatura vetusta (1992) ed eterogenea, mai ripresa nel corso degli anni, fatta eccezione per l’ultimo tiro richiodato nel 2008.
Attenzione a L4, 7b+: gli spit muovono e non sono in buone condizioni.
L8 e L9 presentano una chiodatura relativamente solida che rende appetibile una loro ripetizione calandosi dall’alto. Il 7c vale sicuramente la deviazione.
Materiale necessario: 13 rinvii (qualcuno da allungare per evitare attriti)
Qui parte in piano un sentiero che punta verso il Monte Bianco, quasi sempre acquitrinoso, in mezzo all’erba. Alla prima deviazione tenere la sx – in leggera discesa - e arrivare sul bordo della falesia dove partono le doppie Plenitude.
Discesa in 6 doppie.
Tempi di accesso:
- 10 minuti dal parcheggio
- un'ora se si lascia l'auto all'inizio della sterrata
L1: 6b+, placca appoggiata su calcare cartonato (roccia scadente, suona spesso a vuoto), tratto finale facile ma abbastanza sprotetto e su roccia piuttosto cedevole. La sosta si trova a sinistra del grande sperone roccioso, alla base del diedro.
L2: 5c, grande diedro delimitato dalla parete principale e dalla grossa cuspide di roccia a forma di campanile, che viene percorsa nella sua parte destra anche dal secondo tiro della via “Costa”, uscita su spigolo tecnico. Protezioni distanziate.
L3: 6b bel tiro su muro verticale a tacche nette e sincere, in comune con “Vertiges de l’oubli”.
L4: 7b+, inizialmente su buone prese, che progressivamente si rarefanno, passo chiave dentro un imbuto su prese piccole e svase, sul finale deviare orizzontalmente a sinistra, la sosta è semi nascosta.
L5: 6b tiro in traverso con arrampicata delicata su roccia da tastare.
L6: 6c muro verticale su calcare a gocce taglienti, arrampicata tecnica e di dita.
L7: 7a duro boulder fisico iniziale con passo obbligatorio. Gradazione decisamente severa.
L8: 7c tiro completo ed estremo condito dal passaggio chiave su muro verticale a gocce affilate, seguono un diedro e una fessura dulfer finale.
L9: 7b+ si sviluppa sul classico calcare grigio rivestito dalla sottile patina bianca dovuta alle ripetute colature di acqua dalla cengia superiore. Lasciata la sosta si affrontano due boulder, il secondo è molto compresso, fisico e con passo obbligatorio. Assai esigente.
L10: 6c+ fessurino e muro tecnico con spalmi di piede. Severo per il grado proposto.
- Bibliografia:
- “Vallée de l’Arve”, Gilles Brunot, Atelier Esope, 2009