Avvicinamento privo di neve (salvo macchie sulla strada/sentiero) fino alle Barricate, dove abbiamo calzato le ciaspole su neve abbastanza marcia. Il couloir è abbastanza evidente, subito a dx del Km lanciato. Primo tratto su poco ghiaccio cariato con uscita delicata di misto sulla dx (utile un nut), poi breve saltino di ghiaccio e si sosta su ghiaccio (consigliate viti lunghe). L2 su ghiaccio facile ma divertente e discretamente lungo (45m). Viti medio buone e sosta su chiodo da roccia (non lasciato). Il canale prosegue su neve abbastanza corretta, entra lo scarpone senza sfondare troppo (al patto di sfruttare una mini-rigola). Dove il canale gira la neve diventa più fredda e meno portante e dove raddrizza diventa sfondosa e con un tratto con poco fondo. Uscita su neve completamente inconsistente e ripida. Pensavamo che la cresta finale sarebbe stata il croux della via, mentre in realtà si sale comodamente con un po’ di piolet traction su teppa ripida: ovviamente zero possibilità di protezioni ma una divertente corda molla a metà e un accenno di cornice alla fine. Uscita direttissima, molto estetica. Noi abbiamo optato per la discesa 3) in descrizione: comodissima e veloce (si possono lasciare le ciaspole ecc alla base), occhio solo al traverso per non finire sul cascatone.
Andare in inverno nel vallone dell’Urina è sempre come tornare in un negozio di giocattoli da bocia: canali e couloir da tutte le parti. Questo couloir l’avevamo adocchiato 2 anni fa durante la salita del Km, classificandolo “cissoso ma con uscita da final destination”. Alla fine con il poco innevamento presente pare l’uscita direttissima alla cima centrale (da cui il nome) è estetica ed esposta senza essere estrema. A detta di Roby Boulard non ci sono info di precedenti salite, ovviamente ogni smentita è gradita. In compagnia di chi se non dell’insostituibile padrone di casa Marco?