Da un'altezza di 1000/1200m di alcune vette all'interno, le scogliere scendono verso il mare con lunghe creste di roccia lavica e solcate da enormi burroni e canyon chiamati appunto Barrancos.
Le scogliere terminano sull'acqua con pareti rocciose di 500/600m.
Queste creste e questi canyon sono percorsi da numerosi sentieri, molti dei quali seguono antichi canalini d'acqua costruiti decenni fa per approvigionare i palmeti nelle zone meno dirupate dell'isola. Sono lunghi chilometri e mantengono una pendenza continua del 2%. Andrebbero visitati solo per capire il coraggio di chi li ha costruiti a mano decenni fa.
La maggior parte di questi percorsi anche se non difficili, sono comunque molto esposti e necessitano di piede fermo.
Vi sono anche parecchie gallerie comunicanti tra i vari canyon, lunghe centinaia di metri e che necessitano una frontale e cautela.
Questa rete sentieristica non esiste sulle cartine e non è ne controllata ne segnalata. Si consiglia quindi l'uso di un'app con traccia gps.
La combinazione di diverse gallerie e diversi canali, consenti di sbizzarrirsi inventandosi escursioni sempre differenti.
Consiglio l'app "viewranger", ottima e funzionante anche senza segnale telefonico.
La roccia è sempre di tipo lavico. Il tempo è quasi sempre bello, ma non è raro trovarsi di colpo nelle nebbie che di pomeriggio si formano sui crinali.
Si trova in uno dei luoghi più incantati e fotografati dell'isola, raggiungibile in macchina attraverso tortuosi tornanti di montagna.
Il paese merita di per se una visita.
Masca è inoltre punto di partenza del famoso sentiero del Barranco de Masca. Uno degli itinerari più famosi e spettacolari dell'isola.
Sentiero che scende verso l'omonima spiaggia da cui i turisti possono essere recuperati con un battello che riporta a Los Gigantes o a Los Christianos. Tutto questo gestito dai vari tour operator.
Attualmente il sentiero è chiuso per rifacimento e riaprirà solo passata l'emergenza Covid.
Sono numerosi comunque i turisti che lo percorrono comunque. I controlli sono quasi inesistenti.
Questo è a mio avviso il più spettacolare itinerario delle Canarie e sicuramente di Tenerife. Si svolge in un ambiente lavico che sulle Alpi non esiste e nemmeno in tutta Europa.
Può essere percorso in entrambi i sensi, ma qui verrà descritto dall’alto verso il basso, in modo da percorrere la parte più difficilmente individuabile ed esposta all’inizio, per poi diventare più mansueta e battuta, man mano che passano i km.
E’ l’unione di tre tratti che possono essere percorsi indipendentemente per impratichirsi col posto.
Primo Tratto
Dal Masca, scendere verso il centro del paese e prendere la strada verso sinistra fino all’abitato gemello dove si trova il ristorante “Casa Riquelme”. Da qui scendere ancora un pò fino a trovare una sbarra indicante “Barranco de Masca Serrado”. Evitare il sentiero e spostarsi verso sinistra in mezzo ad un palmeto. Si vede chiaramente il sentiero tra la vegetazione, quindi spostarsi verso la parete rocciosa di fronte, su cui già si intuisce una cengia arancione che solca la parete.
Superato il palmeto si sale per balze rocciose sulla parete (bolli bianchi), fino a dove il sentiero diventa più marcato. Si continua strisciando tra una vegetazione tropicale (attenzione ci sono alcuni cactus che tagliano come bisturi) fino a trovare un cancello per capre (ricordarsi di chiudere la porta).
Da qui in poi siamo nel regno dei quadrupedi e poco avanti da un pulpito possiamo ammirare l’impressionante canyon che andremo a percorrere, tagliando la parete di sinistra in leggera discesa.
Dopo una svolta ci si avvicina ad una parete di 700/800 metri che sembra impossibile da attraversare orizzontalmente; invece un passaggio cè, appunto seguendo le capre su di una esile cengia terrosa.
Man mano si prosegue, le dimensioni delle pareti che ci circondano, aumentano sia sopra che sotto, ed inizia ad essere visibile il canalino d’acqua che dovremo raggiungere per poi passare nel barranco opposto.
Arrivati ad un secondo pulpito sopra un baratro (segnali non più presenti, punto dove è facile perdersi), per capire come proseguire, bisogna immaginarsi la naturale prosecuzione della cengia da cui proveniamo, che da qui in poi è intuibile solo con molta fantasia. Comunque tornado sotto la parete si nota l’unico bordo percorribile, nell’impercorribile.
Come certi viàz delle Dolomiti Bellunesi, si avanza appoggiando i piedi dove poco prima sembrava impossibile farlo(tratto più bello della gita). In leggera discesa arriviamo in prossimità del canale d’acqua, che si raggiunge disarrampicando un pò. (rocce spesso fangose e viscide – molta attenzione). Toccata la sede del canalino, possiamo tirare un sospiro di sollievo e voltandoci verso l’interno possiamo rimirare le cattedrali di roccia che circondano questo orrido. Da qui si continua fedelmente sul bordo del canale, e superate due piccole gallerie, si arriva alla galleria principale che permette di passare nell’opposto Barranco del Natero (2/2.30 h).
Secondo Tratto
La galleria si percorre senza difficoltà, sempre con il canale alla nostra sinistra, a parte l’uscita un pò angusta, dove bisogna salire un pò e strisciare fuori dal buco con lo zaino in mano (sulle alpi si sarebbe detto passo del gatto).
Ora siamo nel Barranco del Natero, non spettacolare come quello di Masca ma di non minore bellezza. Quello che dobbiamo fare non è altro che seguire il corso del canale. Allo sbocco della galleria bisogna entrare dentro una sorta di piccolo scolmatore in calcestruzzo, privo d’acqua, che in forte pendenza porta ad un ponte con tubo. Scendere da qui è un pò una ravanata, ma con un pò di attenzione si arriva al fondo del barranco ed al suo sentiero principale che collega l’alto con la spiaggia. Noi invece proseguiremo lungo la conduttura costruita lungo il bordo esterno di una enorme propaggine lavica che divide il Barranco del Natero dal Barranco Seco (vedi itinerario: https://stage.gulliver.it/itinerari/natero-barranco-del-da-los-gigantes-per-i-canales-del-natero/).
Questo tratto ha la particolarità di passare a picco sopra la spiaggia 300m più in basso, passando tra vari piccoli tunnel, e balconate da vertigine, con vista mozzafiato sull’immensità dell’oceano e dell’isola La Gomera di fronte.
Quindi, sempre con passo felpato si percorre tutto il tragitto pianeggiante (cè una piccola pendenza per fare scolare l’acqua ma impercettibile), fino ad inoltrarsi nel più mansueto Barranco Seco dove è facile trovare escursionisti in cammino da e per l’omonima spiaggia. Raggiunto il fondo del canyon si incontra il sentiero principale del fondovalle. Ma noi senza possibilità di errore continuiamo lungo la nostra traversata fino a trovare l’ingresso di una seconda galleria (2,30/3 h).
Terzo Tratto
Usciti dalla galleria di 500m, possiamo vedere il nostro punto di arrivo. Il porto ed i residence bianchi di Los Gigantes.
Il canale continua tagliando la parete di fronte, ma noi scendiamo per sentiero segnato con piccoli bolli arancioni. Il sentiero è molto battuto, e nel caso di ritardo può essere percorso facilmente anche con la frontale. In ogni caso si cammina a picco sul mare e bisogna continuare a prestare attenzione anche dopo ore di cammino.
Il sentiero scende fino ad una quota di 100 metri per poi risalire appena e raggiungere una strada asfaltata in mezzo alle ville.
Al punto di partenza si potrebbe ritornare prendendo 2 autobus. Ma purtroppo il piccolo pulmino verde passa da Masca solo 4 volte al giorno. Consiglio quindi l’uso del taxi, che con 30/35 euro riporta alla macchina.