Nella prima parte dell’escursione, lungo il sentiero che percorre il vallone di Vallanta, si procede nel fango o in pochissima neve (5 cm. compressi e ghiacciati).
Anche nella parte alta, però, neve non ce n’è, e quella che c’è non è trasformata… quindi non “porta” per niente. Si tratta di accumuli di neve ventata in canali e avvallamenti nei quali si sprofonda fino alla vita: ciò rende molto faticosa la progressione lungo i pendii interessati dagli accumuli, come nel Gias del Boeuf fino al vecchio avamposto militare. Il consiglio è di seguire il più possibile linee di cresta, invece del percorso del sentiero estivo.
L’ambiente resta comunque di rara bellezza.
Abbiamo dormito nel locale invernale del rifugio Vallanta. Mai vista una cosa così: 32 posti letto con materassi, coperte e cuscini e – incredibile – riscaldamento e luce elettrica assicurati dalla mini centrale idroelettrica annessa al rifugio!!! Noi montanari “terroni” siamo abituati a bivaccacci gelati e malridotti, con quattro pancali di nudo legno e due mozziconi di candela di sego…