Tantissima acqua talvota ghiacciata (attenzione). Terra gelata che regala un ottimo grip.
Ok fino a Col Lusera. Poi fatta cresta fino ad un salto aggirato molto esposto sulla dx e da là canale (II+ esposto). Poi cresta I/II sempre in esposizione fino a reperire finalmente i segni azzurri (ultimo tratto in discesa molto delicato sulla dx). Da lì si seguono i segni in facile arrampicata I/I+.
Dalla vetta sceso per cresta E prima sul filo poi degradando su lato valsusino e reperiti ometti (ottimi) fino a colle della forcola.
Da qua sono sceso cercando il sentiero 109a (e stando sulla cresta E della Lunella) che non ho trovato. Ho però trovato dei segni bianchi rossi (senza cartelli) che ho fatto l’errore madornale di seguire. Questi erano il 109 che mi hanno portato sino al colle della portia (!). Da qui ridisceso nel “valone” (segnato così su cartina fraternali) tutto fuori sentiero, alla bene meglio dirupando tra rododendri, spine e salti di roccia. A complicare ulteriormente il rio sagna del vallone che scorreva copioso coi suoi numerosi affluenti e diverse cascate rendendo a volte complicatissimo l’aggiramento dei corsi d’acqua. Miracolosamente giunto a valle in vista dei ruderi ho dovuto riattrvarsare il fiume (per fortuna un vecchio ponte rudimentale con massi accatastati) e riguadagnare arrampicando tra muschio e pietroni il pratone che mi ha poi condotto alla strada fino all’alpe menzio (pian benot) e da lì asfaltata sino ad Andriera.
Panorama davvero stupendo, giornata fantastica. La salita è stata più impegnativa del previsto (la traccia passava sotto evitando il filo di cresta). Gli do un PD-.
Due escursionisti da col lusera che poi hanno rinunciato e tre in vetta dalla cresta E.
Discesa disastrosa. Lunghissima, alla cieca e sovente pericolosa. Peccato per questa disavventura che ha rovinato un po’ il tutto.
Allego traccia.