Dall’Alpe Le Combe salire alla Grand’Uja seguendo preferibilmente il percorso diretto dal versante sud che raggiunge direttamente il colle dell’Uja ed evita di passare al Colle delle Coupe (se si preferisce invece questa soluzione contare 200 m di D+ e 1h abbondante in più).
Dalla vetta della Grand’Uja 2666 m scendere facilmente verso est al Col Cirel 2510 m, quindi salire alla Punta delle Ujette 2583 m (ometto). Scendere ora al colle dell’Alpetto 2508 m seguendo la cresta est, rocciosa e in alcuni tratti affilata (II), ma non difficile. Dal colle salire la cresta sud-ovest della Punta di Nonna, complessivamente non difficile ma che presenta un passaggio un po’ ostico nella parte centrale, in corrispondenza di una ben evidente placca liscia inclinata verso ovest (si passa prima in un foro fra rocce accatastate, poi si supera la placca sul lato nord, senza aggirarla, III-). Oltre questo passo, per più facili rocce e infine comode pietraie si raggiunge la spalla della Punta di Nonna (ometto), la cui vetta m 2654 si tocca con una facile digressione di qualche minuto verso Nord, essendo posta al di fuori della linea dello spartiacque. Tornati alla spalla, si scende comodamente verso oriente al colle della Muja m 2522, dove inizia il tratto alpinisticamente più interessante della traversata: la cresta OSO della Rocca del Forno.
Il primo gendarme non va risalito completamente (perché richiede poi una discesa complessa e delicata), ma attraversato appena sotto il filo sul lato meridionale. Segue un tratto quasi orizzontale, piuttosto affilato che va percorso sul filo. Si giunge così alla base di un grande salto che si attacca con un breve passo in traverso da dx verso sx, aggettante e un po’ esposto (III), cui seguono rocce più facili e articolate. Si incontra ora un tratto nuovamente orizzontale ma affilato da percorrere sul filo, quindi uno spigolo ripido ma ben appigliato (II+) che termina ad un colletto erboso, dove confluisce un diedro/canalino da NO. Si affronta adesso un muro ripido attaccandolo pochi metri sul lato valsusino ma tornando appena possibile sul filo (III-). Un nuovo tratto orizzontale su grandi placche precede un’altra impennata dalla cresta. Senza entrare nell’invitante canale detritico sulla sx, si sale pochi metri a sx del filo. L’ultimo salto quasi verticale si evita traversando qualche metro verso sx e superando un diedro di placche ripide ma ricche di appigli che riportano sul filo. Il tratto finale è più elementare e termina in vetta m 2728 (ometto e croce di legno).
Dalla Rocca del Forno si scende ora verso SE e si raggiunge una spalla, da dove si origina verso Est un canalino roccioso, scendere lungo il suo bordo sx (faccia a valle), ripido, esposto ma ben appigliato. Si tocca così un colletto m 2678 dove inizia la cresta NO della Punta Cruvin Ovest, che si raggiunge abbastanza agevolmente seguendo il filo, ripido ma non difficile, o le placche sulla sx. Da questa vetta m 2712 (croce metallica), si scendono i primi metri ripidi sul fianco valsusino, segue un tratto affilato ed esposto ma non difficile che termina ad un colletto caratterizzato da una profonda fessura. Superato questo passo con facile spaccata, si sale la ripida cresta ovest della Punta Cruvin, si scavalca un’anticima protesa verso la Val Susa, e dopo un breve tratto più orizzontale, si tocca l’arrotondata vetta m 2698 (ometto).
Dalla punta scendere per facili sfasciumi, roccette ed erba all’evidente colletto (m 2632) dove inizia la cresta SO della Punta Lunella. Pochi metri sotto il filo di cresta, lato valsusino, si trova la traccia di sentiero segnalata che sale da Prarotto e che conduce sull’ultima vetta, la più elevata della traversata m 2772 (grande croce di metallo).
Discesa:
seguire la traccia segnalata che scende verso la Rocca Patanua. Prima di raggiungere il colle Cruvin, a quota 2450 m circa, dove il sentiero si porta sull’ampia cresta, piegare a dx (sud-ovest) e per ripidi pascoli puntare all’Alpe Cruvin. A quota 2200 m circa si raggiunge una sorgente dove si incontra una traccia (ex bealera ora inerbita) che con percorso verso ovest, pianeggiante prima e in leggera discesa poi, conduce all’alpeggio diroccato. Da qui si segue l’evidente sentiero balcone verso ovest che porta all’Alpe Colone, da dove si scende (attenzione il tracciato non è sempre evidente) verso la sottostante Alpe Gardinera. Prima di raggiungere questo alpeggio, prendere una traccia poco marcata verso dx che ripidissima porta alla base della grande frana, la attraversa, e risale faticosamente per 150 m di dislivello sul bordo opposto. Si raggiunge così la pista, in parte seguita in partenza, che riporta all’Alpe le Combe.
Varianti: è possibile abbreviare la traversata chiudendo l’anello dalla Punta Cruvin, senza raggiungere la Punta Lunella, scendendo direttamente verso il colle Cruvin lungo la facile erbosa cresta sud. E’ anche possibile limitarsi alla parte più alpinistica dell’itinerario raggiungendo direttamente il Colle della Muja da sud dall’alpe Cruvin, per ripidissime pendici erbose, seguendo in senso opposto l’ultima parte del percorso della discesa.
- Cartografia:
- Fraternali 1:25000 n.4 Bassa Valle Susa, Musinè, Val Sangone, Collina di Rivoli
- Bibliografia:
- Altox.it