Ogni angolo remoto e selvaggio di questa montagna può celare un itinerario tra le sue quinte rocciose. Nasce cosi una nuova avventura, un po’ una sfida, un link dell’amico Cristiano dove mi parla dell’Holzer Appenninico (esperienza fatta nel 2010 ).
Il meteo un po’ avverso ci fa essere titubanti, ma alla fine si và. La neve abbondante di questo inverno ormai agli sgoccioli ci riserva la prima sorpresa, strada chiusa e quindi tre chilometri d’avvicinamento su strada . Raggiunta la base del Gravone si comincia la risalita con le pelli fino ad intersecare il canale che piega verso destra e ci conduce per ripidi pendii alla base della parete, dove ancora non si vede questo canale. I dubbi salgono ancora di più, ma dove mai si può sciare su questa parete? La neve è finita sotto un primo salto roccioso, ramponi e piccozze si comincia ad arrampicare,
Cristiano procede da primo e io lo seguo.
Dopo questi due salti non perfettamente coperti dalla neve, il canale si comincia a mostrare nella sua asperità, ripido e incastonato nelle sue guglie e placche rocciose. Vista l’esposizione il sole è un miraggio li sù in alto, illumina delle guglie che con fantasia rievocano le torri granitiche della Patagonia . Continuiamo a salire il ripido pendio fino al punto in cui lasciati gli sci procediamo per 50-60 metri fino in vetta, dove il panorama è limitato per la nebbia e la neve. Poche parole e di nuovo giù per sciare su questa parete. Cristiano dall’ alto si gode e fotografa la mia discesa, che si rivela molto impegnativa per le pendenze e lo spazio molto limitato.
Aspetto Cristiano che mi raggiunge . Altra serie di curve saltate fino alla prima ostruzione che ci costringe a scendere arrampicando, rimessi gli sci si procede sempre su pendenze sostenute fino ad una seconda ostruzione dove bisogna di nuovo scendere un paio di metri arrampicando .
Il masso appena superato forma una grotta dove comodamente rimetto gli sci per l’ultimo tratto ripido tanto stretto che bisogna andar dritti, termina la prima parte sciistica. Ora due Doppie ci portano alla base della parete. Ormai soddisfatti inforchiamo gli sci e per il pendio ripido con neve quasi buona raggiungiamo il Gravone e i tre chilometri di strada fino alla macchina.