Escursione lunga e impegnativa programmata in giornata (ma non si pensava di trovare sul percorso un bivacco bello e accogliente come quello presente dedicato a Luca Reboullaz), conclusa a quota 3250 m, per le scariche di pietre continue e intermittenti (una ogni 2, 3, 4 minuti al max), che ci sono state intorno a mezzogiorno su quel versante. L’attraversamento del ghiacciaio in tali condizoni, è un autentico “terno al lotto”, e quindi pensando che “la fortuna non è infinita”, un pò a malincuore (visto che mancava solo l’ultima ora -250 m di dislivello circa- per raggiungera la vetta) siamo ritornati al colle di Luseney, ma effettivamente la scelta in tale situazione è stata giusta e assennata. Tuttavia al colle -anche per non rientrare con le tasche vuote, (si fa per dire…)-, prima di scendere abbiamo pensato (bene…) di salire e raggiungere la vicina cima di Livournea (m 3289), a est e proprio opposta alla più rinomata e maestosa Becca di Luseney. Da questa vetta ben individuata, quotata e nominata anche sulla cartina (IGC – La Valpelline, valle di Ollomont, valle di St. Bartelemy), che fino ad oggi non conoscevamo per niente, abbiamo potuto ammirare da vicino l’imponente parte superiore della Becca di Luseney. Questa osservazione e “conoscenza” è stata assai utile per un prossimo tentativo (probabilmente sci-alpinistico) che abbiamo cominciato a programmare e soprattutto sognare già fin da oggi… La vetta raggiunta ci ha permesso anche di ammirare un panorama decisamente interessante ed esteso, purtroppo il parte limitato dalla nuvolosità presente sui rilievi a nord. Con l’ottima compagnia di Aldo B. (abe) e Franco F., senza i quali -oggi- non avrei scelto e compiuto questo itinerario.