Nella descrizione della traversata della catena ho riportato integralmente (aggiungendo solo la variante di V finale e le info sullo stato a oggi delle soste) la relazione tratta da “All’ombra della Nasta” di Gianluca Bergese. Non sono in grado di dire se è esatta in tutte le sue parti, in quanto Daniele è andato a fiuto dove si divertiva o gli piaceva di più, non abbiamo guardato la relazione ma seguito la cresta e abbiamo trovato sia i chiodi che le calate, abbiamo invece fatto passaggi non relazionati rimanendo quasi sempre sul filo di cresta dove magari faceva evitare o aggirare.
Finalmente oggi si è realizzato un altro grande sogno che avevo nel cassetto da tempo: la traversata integrale della cresta della Catena della Madre di Dio, grazie Daniele, che emozione indescrivibile quando son giunta sulla De Cessole e soprattutto sulla Madre di Dio!
Partenza dal Piano della Casa del Re, passiamo dal rifugio che è chiuso e giungiamo al colletto Freshfield, la giornata è splendida e non fa freddo; mentre ci prepariamo e facciamo colazione arriva un signore che prosegue in solitaria sulla cresta Sigismondi, ci salutiamo e andiamo ognuno per la nostra strada.
Attacchiamo la via, la prima parte è facile e in breve siamo sulle Cime dei Camosci, le superiamo e giungiamo all’attacco della Cima De Cessole. Qui mi metto le scarpette: Daniele come al solito non guarda le relazioni perché gli piace andare all’avventura e così mi tutelo e faccio bene perché qualche variante più impegnativa (dove magari si aggira qualche difficoltà) l’abbiamo fatta andando dritti o quasi! Qualche chiodo nei tratti difficili l’abbiamo trovato, ho visto anche un vecchio cuneo di legno: che emozione! Quasi in vetta alla Madre di Dio Daniele ha fatto la variante più bella e impegnativa della cresta, un bel diedro con fessura che porta direttamente in vetta! Fatto la via quasi tutta in conserva protetta, a parte i passaggi più impegnativi dove abbiamo fatto il tiro.
Tutte le calate in doppia (ne abbiamo fatte 4, tutte sulla De Cessole) sono attrezzate con chiodi da controllare e/o ribattere o riposizionare, c’è anche qualche piccolo maillon (se qualcuno va portarne di più grossi così come qualche cordino da lasciare, alcuni sono marci, una calata su due buoni chiodi è inutilizzabile per via di tutti i cordini marci che ha attaccati, il lavoro per liberarla è lungo, ma se ne può utilizzare una poco sotto che abbiamo rimesso a posto, così come un’altra che abbiamo sistemato alla meglio ma non avevamo molto dietro).
Panorama splendido lungo tutta la via, giunti sulla Madre di Dio cominciava a farsi avanti qualche nuvola che non impensieriva e passava via dando anzi un tocco coreografico all’ambiente; verso il Monviso era decisamente più coperto e sulla pianura si vedeva una coltre di nuvole basse. Per tutto il giorno il sole è stato molto caldo, l’arietta quando c’era era già settembrina! Inutile dire che non sarei più voluta venir via, ma bisogna pur scendere!
Sulla De Cessole c’è una foto del grande Alpinista e esploratore che purtroppo ha il vetro rotto. Sulla Maubert abbiamo trovato un piccolo quaderno di vetta: dall’ottantatre a oggi ci sono pochissime salite e nessuna riporta la traversata della catena della Madre di Dio. Sulla Madre di Dio dove c’è la bella statuina bianca della Madonna con il Bambino, c’è un quaderno di vetta, questo decisamente più usato, ma non ho avuto tempo di leggere se qualcuno ha riportato la traversata della catena.
Con le varianti di Daniele che si cercava i passaggi più belli e divertenti, come difficoltà è un D bello e buono e ci siamo divertiti un sacco, la roccia nel complesso è buona, chiaro che qualche tratto più rotto c’è ma si trova quasi sempre sul facile o dove la cresta è sottile e frastagliata: basta farlo con la dovuta attenzione! La roccia è un po’ lichenata ma tiene molto bene, da evitare invece con l’umido o la pioggia! Noi avevamo una mezza corda da 60 metri ed è andata benissimo. Dal colletto Freshfield alla cima della Madre di Dio abbiamo impiegato 6 ore in totale, con soste in vetta, spuntino e foto varie.
Nell’insieme è una delle creste più belle e continue che ho fatto, a torto forse è un po’ poco frequentata!
Discesa facile e ben segnata, scendendo abbiamo visto che il Remondino era aperto.
Giornatona e viona di grande soddisfazione con Daniele splendido primo che ringrazio per la compagnia, la bella giornata passata assieme e la pazienza che ha sempre quando faccio mille foto, ma anche lui quando ha la macchina fotografica in mano….!
Degno fine giornata all’ottimo bar pasticceria Audisio di Borgo San Dalmazzo con doppio aperitivo per festeggiare!