Sia la montagna che la salita ricordano molto la normale del Badile, ma più corta e soprattutto più impegnativa. L'ultimo pezzo sotto la cima puù essere selettivo.
Portare due corde da 60m per le calate. Attenzione nella parte bassa per trovare il percorso giusto non intuitivo, e con ometti un pò dappertutto. Lungo la via c'è parecchia erba che puo essere insidiosa se bagnata.
Lungo la via non si trova acqua ed è tutta al sole. Il caldo può essere asfissiante.
Da qui seguire il sentiero per Frasnedo o per la diga della Moledana, per poi ricongiungersi e in circa 4 ore si arriva su bel sentiero fino al rifugio bivacco Volta.
Salita:
Dal rifugio Volta seguire la traccia di sentiero non segnalato verso ovest per prati e gande erbose fino alla base dello zoccolo della Punta Volta. Da qui si sale per cengia erbosa verso il catino compreso tra la Punta Volta ed il Sasso Manduino, fino ad un secondo zoccolo erboso posto alla base di quest’ultimo.
Passare accanto ad una caratteristica paretina di roccia rossastra e prendere una vaga traccia su cengia erbosa verso sud. Continuare senza superare la direttrice della vetta, per poi seguire una seconda traccia che piega in senso contrario (se si continua, si raggiunge l’attacco della cresta SE) passando attraverso una spaccatura erbosa, e poi in salita seguendo i vari ometti arrivare all’ingresso di un lungo canale erboso (2650m – inizio della via – sin qui tracce di sentiero).
Salire il canalone senza bisogno di legarsi per balze erbose intervallate da brevi passaggi rocciosi di I°. Il canale termina con un caratteristico pinnacolo a destra dello sbocco.
Qui, superare una ripida balza erbosa per entrare in uno stretto canale roccioso. Salire il canale per una ventina di metri per uscirne su di una paretina che porta ad una placconata di rocce lisce su cui bisogna traversare verso sud.
Al termine della traversata si percorre un stretta cengia erbosa esposta per poi tornare a salire con divertenti passaggi di II° grado fino ad una stretta spaccatura appoggiata sulla sinistra.
Salire la spaccatura in aderenza (III° – 2800m) per poi uscirne su una serie di terrazze detritiche non facili. Superare un blocco roccioso con pochi appigli (passaggio di III°+) fino a raggiungere una caratteristica finestra naturale su cui ci si affaccia sul lato opposto (ovest).
Superare la finestra con un passo del gatto per poi scendere di pochi metri sul lato opposto. Da qui, superare una facile spaccatura a destra e scendere ancora per pochi metri fino a trovarsi alla base del castello sommitale. Qui viene la parte più impegnativa.
Affrontare un camino, all’inizio appigliato, per 3/4 metri fino a mettere piede sulla sommità di un pilastrino (III). Salire la paretina superiore in forte esposizione (friend incastrato) per 2/3 metri e poi riportarsi dentro un camino a sinistra dove prendere fiato.
Da qui arrampicare all’esterno del camino verso destra e dopo pochi metri si raggiungono i blocchi della vetta (IV/IV+ – sosta con cordino al termine).
Qui è posta la croce con una gavetta militare contenente il libro di vetta. Per la vera vetta bisogna salire una lama rocciosa di 3 metri sulla cui sommità ci può stare una persona alla volta.
Discesa:
Prima calata: In discesa ci si cala direttamente dalla vetta sul lato est senza ripassare dalla finestra (calata con due corda da 60m – abbastanza esposto).
Seconda calata: Alla base del paretone sommitale, calarsi verso la spaccature di III° e superarla (attenzione al rischio incastro quando si recupera).
Terza calata: Disarrampicare verso sud, fino a trovare una sosta fatta con 4 chiodi, da cui calarsi verso una lunga bastionata liscia.
Quarta calata: Scendere a piedi sul cengia erbosa esposta fino a trovare la placconata rocciosa traversata in salita. Sosta su cordino rosso e blu e calata fino alla base del canalone roccioso.
Quinta calata: Non obbligatoria. Permette di scendere il canale erboso che può anche essere sceso disarrampicando.