Dalla piccola stazione di Coimo (800 m circa), situata sul versante opposto della valle rispetto al paese, si sale lungo la strada privata alle baite di Dalovio per proseguire lungo la successiva mulattiera per “Il Bogo” e l’Alpe Miucca (1498 m), fino a qui la pendenza è costante e molto sostenuta. Dai ruderi dell’Alpe si prosegue verso destra, seguendo le indicazioni dei cartelli, in direzione dell’Alpe Roi.
Dopo aver percorso circa 200-300 metri in falsopiano si nota a sinistra il vallone detritico che si origina sotto la cima del Pizzo Marcio; secondo alcune fonti si tratta della normale via di salita al Pizzo ma comporta la percorrenza di una ripida colata di massi, anche di grosse dimensioni, per un dislivello di circa 400 metri. L’accesso inoltre non è facilmente individuabile tra la fitta boscaglia. Se si rinuncia e questa scorciatoia, che comunque abbrevierebbe il percorso di circa un’ora, si prosegue lungo il sentiero che conduce all’Alpe Roi.
Attraversati i prati in direzione di un cartello indicatore, al centro dell’alpeggio, si sale dapprima in direzione Sud-Est per proseguire sul sentiero che con alcuni saliscendi dettati dall’orografia conduce all’alpeggio abbandonato di Sassoledo (1568 m), formato da due gruppi di baite divisi da un valloncello ospitante un corso d’acqua solitamente in secca.
Il sentiero segnato sulle carte non esiste più; percorreva comunque questo valloncello in direzione Est tenendosi all’incirca tra la costa rocciosa e il solco del piccolo rio. A circa metà pendio la pendenza aumenta e il terreno è invaso da una fitta macchia di ontanelli, che rendono molto difficoltoso e avventuroso proseguire. Si consiglia di tenersi sul lato sinistro, in direzione di una formazione rocciosa visibile in alto, che si lascia a destra. Questa non è la cima del Pizzo Marcio, situata più in basso e più a Nord, ma fa parte della costa Ragozzo.
Giunti ad una piccola depressione ospitante dei cartelli, si scende nella conca sottostante e ci si dirige a sinistra verso le rocce del Pizzo Marcio. Per un breve ripido pendio erboso si raggiunge una selletta da cui, sul versante opposto, facili roccette conducono in vetta (1924 m). Ritornati alla conca (ospitante minuscoli laghetti) si risale puntando alla vetta minore del Togano, dove si notano le strutture di un ponte radio, percorrendo in direzione Sud-Sud-Est l’ampia Costa detta del Ragozzo fino all’attacco della cresta Nord del Togano.
Individuate le tracce si sale senza grosse difficoltà alla forcella (dove sbuca un ripido canale), da cui in breve si raggiunge la cima minore (2299 m). Un breve percorso in cresta con facili passaggi su roccia conduce alla cima maggiore, quotata 2301 m e punto culminante dell’intera Valgrande. Tornati alla cima minore si scende per tracce sul versante della Valgrande, tra ripidi prati e pietraie, al Passo di Biordo (2061 m), valicato il quale si trova un sentiero che conduce a Miucca passando per l’Alpe Fornale (1692 m), conosciuta localmente come “Funtan”.
Passato l’alpeggio si continua a scendere fino ad incontrare la deviazione segnalata per Campra. Dopo un tratto in discesa si trova nuovamente un bivio a cui si tiene la destra; passando per una caratteristica pozza lungo il torrente si scende per un centinaio di metri nel vallone di Antoliva e si risale sul versante opposto all’Alpe Campra (1379 m), da cui una comoda mulattiera riporta ad Orcesco.