Il primo minuscolo ricovero in muratura venne costruito nel 1886; successivamente rinnovato e ingrandito, oggi può ospitare una dozzina di alpinisti.
.
La salita alla Capanna inizia dal piazzale di Pecetto, antistante la partenza della Seggiovia che conduce all’Alpe Burki e al Belvedere. Questo primo tratto del percorso può essere effettuato con la seggiovia o a piedi; in questo caso si deve aggiungere alle 4 ore e mezza stimate un’altra ora e mezza di cammino. Per chi opta per quest’ultima soluzione, il sentiero che raggiunge il Belvedere segue, sino all’Alpe Burki, la strada sterrata che sale all’Alpe e successivamente un tracciato ben visibile che sale nei boschi sotto la seggiovia, costeggiando dapprima la pista da sci e successivamente attraversando una conca erbosa dove si incontra il Rifugio del C.A.I. di Saronno.
Giunti al Belvedere (mt. 2000), nel piccolo pianoro antistante a due punti di ristoro, si presenta un bivio: a sinistra parte il sentiero che ci porta al Rifugio Zamboni Zappa, mentre a destra inizia il sentiero che conduce sia al Bivacco Belloni che al Rifugio E. Sella e alla Capanna Marinelli. La prima parte del percorso attraversa il fronte morenico del Ghiacciaio del Belvedere; in seguito alla crescita dello stesso avvenuta a partire dal 2000, bisogna fare particolarmente attenzione nel percorre questo tratto del sentiero poiché, specialmente nella stagione avanzata, si aprono numerosi crepacci.
Al termine del ghiacciaio (circa 40 min. dal Belvedere) ci troviamo in una meravigliosa piana: l’Alpe Filar. Il sentiero, in questo punto, si divide in numerosi tracciati: a destra si torna a Macugnaga, passando dal sentiero naturalistico e dall’Alpe di Roffel; a sinistra parte invece il sentiero che, 50 m. oltre il precedente bivio si divide nel sentiero che sale al Rif. R. Sella (traccia di destra), nel sentiero che porta al Marinelli (traccia di sinistra) e al Bivacco Belloni (traccia che prosegue).
Prendendo la traccia che prosegue sulla sinistra, ci si inoltra nella Piana del Filar, che si segue sino al suo termine. A questo punto si risale, sulla propria sinistra, il crinale erboso che separa la Piana dal fronte morenico del ghiacciaio.
Si prosegue lungo il ghiacciaio su sfasciumi e dopo circa 30 min. si raggiunge il vecchio sentiero; a questo punto si sale lungo una traccia che si fa man mano più ripida, ma che non presenta alcuna difficoltà, avendo a destra la seraccata basale del ghiacciaio della Norden e a sinistra le rocce rossastre del Crestone Marinelli.
Il terreno di salita diventa, ad un certo punto, insidioso e composto da sfasciumi instabili; alla propria sinistra compare un ramo nevoso che va percorso in salita, sino a sbucare sulla Sella del Cacciatore, colletto divisorio fra il Canalone Marinelli e la fascia nevosa che si è appena percorsa.
Si prosegue quindi per tratti rocciosi alternati ad altri erbosi, generalmente ripidi ed a volte molto esposti, da percorre con la massima attenzione e da evitare in caso di condizioni meteorologiche non favorevoli; sfiorato il lembo sommitale di un altro nevaio, si scorge, poco sopra, la Capanna Marinelli (1 ora e mezza dalla Sella del Cacciatore).