Partiti per arrivare in cima con tutta l’attrezzatura ci siamo dovuti fermare alla cengia per l’ora tarda e anche per aiutare i compagni sotto nelle doppie. Salita tutta in libera on sight anche se i tiri chiave da secondo. Siamo comunque saliti senza portare cliff o chiodi ma solo protezioni mobili (nut e friend). Gran via, complimenti ovviamente agli apritori, fuori dal mondo la solitaria di Auer.
Non è per fare polemica ma riguardo alle relazioni di questa via se ne leggono di tutti i colori, si possono trovare 20 relazioni diverse con i gradi spesso dati a caso. Pur precise nella descrizione, come questa di gulliver, trovo che troppo spesso si dimentichi il concetto di scalata libera valutando “a passaggio”, un metodo ormai desueto che ai tempi attuali non fa che creare confusione. Anzi, a volte diventano più difficili i tiri obbligatori (dove è meno possibile azzerare) rispetto a quelli difficili tecnicamente…
Così ti capita di leggere VI+ su tiri che son 7b, Giordani addirittura non capisco come faccia a dare 7a il tiro chiave, un tiro da tutti i liberisti valutano 7b+. Se si considera la libera da sosta a sosta, come del resto è in tutto il mondo, la relazione più attendibile resta quella di Erik Svab, pubblicata su UP 2005 oppure quella di Arnaud Petit sul suo libro. Se proprio devo essere sincero un + qualche volta lo aggiungerei, come nel tiro del pendolo, dove il 7a è un po’ ridicolo, dato poi che non è chiaro il punto esatto dove traversare. Gli altri gradi sono sostanzialmente corretti. Le soste non sono molto buone e non sarebbe male rivederle, così anche qualche cordino andrebbe cambiato. In ogni caso rimane una gran via.