- Accesso stradale
- 5 € / day l'accesso a Malciaussia.
Nel tratto rif. Tazzetti – croci sono state posizionate due corde fisse (nuove) in passaggi che altrimenti potrebbero essere problematici con roccia bagnata. Percorso ben segnalato sino al Col di Resta, dal quale si vede la Punta Novalesa perfettamente “allineata” in direzione ovest. A differenza dell’itinerario per il Rocciamelone, che si tiene subito sulla sinistra e attraversa il ghiacciaio per poche decine di metri, per raggiungere il Passo di Novalesa occorre percorrere un buon tratto della prima lingua glaciale: noi abbiamo impiegato i ramponi essendoci ghiaccio scoperto e poi neve dura, al mattino presto. Passata una fascia rocciosa verso il suo margine inferiore, abbiamo attraversato una seconda lingua glaciale e ci siamo portati sotto ad un intaglio, che non è il Passo di Novalesa ma un colletto che si trova alla sua sinistra (direzione di marcia). Lo abbiamo raggiunto mediante un pendio detritico, e da lì rapidamente al Passo sulla buona traccia che congiunge quest’ultimo al Rocciamelone.
Dal Passo di Novalesa abbiamo seguito la cresta e poi il traverso sotto alla cime (segni gialli e ometti), su terreno un po’ delicato per gli sfasciumi e la moderata esposizione. Poi siamo saliti in cima per l’ultimo facile pendio (1 h e 20′ dal Col di Resta).
Panorama di prim’ordine: in particolare sono molto belli la vista del Rocciamelone da questa angolazione e l’impressionante “salto” sulla Val Cenischia.
Non siamo tornati lungo la medesima via ma abbiamo proseguito per il Rocciamelone.
Con Ricky, su questa cima che mi aveva incuriosito quando ero salito sul Ribon o durante le salite in bici al Moncenisio.
Montagna decisamente per amatori e poco frequentata, ma a volte queste sono caratteristiche ricercate 🙂
In due giorni con tappa al rifugio Tazzetti, ai cui gestori del CAI Chieri va il nostro plauso per l’ottimo trattamento e la gentilezza.