Nella prima parte, fino al pizzo Marona, salita molto dura, compensata da un fantastico balcone panoramico sul Lago Maggiore e Monte Rosa.
Il tratto dal Pizzo Marona al Pian di Boit è impegnativo, con ricerca tracce su sentiero poco battuto e nella prima parte esposto, poi da Pian di Boit a Cicogna tutto facile.
L’itinerario completo richiede 2 giorni di cammino, con possibilità di pernottamento negli ottimi bivacchi o rifugi che incontrate sul percorso.
Da Cicogna seguire il sentiero per Varola – Curgei – Piancavallone. Dapprima scende al torrente e poi risale ripido sull’altro versante della vallata. Dopo circa 2.30 arrivate all’Alpe Curgei (ottimo bivacco sempre aperto), dopo 3 ore siete a Piancavallone (Rifugio chiuso d’inverno).
Da Piancavallone seguite il sentiero verso la Forcola e il Pizzo Marona (Piancavallone – Pizzo Marona 2 ore circa). Sulla vetta del Marona c’è una cappelletta che può essere utilizzata come bivacco di emergenza (ma manca totalmente l’acqua).
Guardando la cappelletta, a destra c’è il sentiero che si mantiene in cresta e porta al Monte Zeda, a sinistra, invece, c’è un sentiero che scende sul ripido pendio erboso (segnavia semi cancellati: prestare attenzione!!!).
Da questo punto in poi il sentiero è riservato ad escursionisti esperti, dotati di una buona cartina, perchè la traccia è difficile da seguire.
Nel dettaglio:
– il sentiero parte a sinistra della cappella del Marona e scende subito sul pendio erboso ripido. Questi primi 200 metri sono forse i più pericolosi. Evitare assolutamente in caso di erba bagnata.
– Poi si scavalca la dorsale rocciosa sulla destra attraverso uno stretto passaggio e si scende in un canalone pieno di massi (frana). Occhio che alcuni si muovono
– In fondo al canalone, al bivio per l’alpe Corte Gemello, il sentiero piega decisamente a destra e si mantiene in quota. Questa è la parte dove è più difficile trovare i segnavia, perchè nascosti tra grossi massi e cespugli di rododendro. Ma insistete a cercarli, perchè ci sono. Abbiamo aggiunto qualche ometto di sassi per facilitare la ricerca.
– Fine dei massi, il sentiero continua sull’erba. Prima è evidente, poi si perde, poi si ritrova. Mediamente si mantiene orizzontale sulle linee di quota L’ultimo ruscello si guada piuttosto in basso, poi il sentiero sale sul primo costone. E prosegue perfettamente orizzontale su un secondo costone. In tutto questo tratto è abbastanza nascosto nell’erba, ma c’è. Quando lo si trova è evidente.
– Raggiunto il secondo costone, il sentiero torna a scendere lungo il costone stesso e si addentra nella faggeta. Da qui in poi non ci sono più problemi, i segnavia sono evidentissimi sui tronchi di faggio.
– Unica attenzione quando arrivate all’Alpe Aurà: per ritrovare il sentiero dopo l’Alpe, tenete conto che riparte esattamente dalla quota dei ruderi delle baite. Evitate di scendere nell’erba, ma tenetevi a livello e ritroverete i segnavia sugli alberi.
Arrivo all’Alpe Pian di Boit dopo circa 3 ore dal Pizzo Marona.
A Pian di Boit trovate un bel bivacco aperto tutto l’anno, con camino e disponibilità acqua.
Da Pian di Boit si segue il comodo sentiero per Pogallo e Cicogna. Tempo circa 3 ore.
Tempo totale:
Cicogna – Piancavallone: 3 ore
Piancavallone – Marona: 2 ore
Marona – Pian di Boit: 3 ore
Pian di Boit – Cicogna: 3 ore
Noi l’abbiamo fatta in 3 giorni, con pernottamento nei bivacchi Curgei e Pian di Boit.
Importante prendersi tempo abbondante per la tratta Marona – Pian di Boit, nel caso vi siano difficoltà a ritrovare la traccia.
NB: in Valgrande la copertura cellulare è quasi assente
- Cartografia:
- Carta Zanetti n.54
- Bibliografia:
- Valgrande, ultimo paradiso (Teresio Valsesia)