Bella avventura su roccia veramente ottima come raramente si può trovare in apuane. Salita complessivamente insieme a Gabriele in circa 6 Ore. La salita può essere interrotta anche a livello della prima calata, anche se la seconda parte ha dei tiri molto belli da fare.
Vorrei aggiungere qualche precisazione alla relazione ufficiale. Per arriavare all’attacco, dopo il paese di Forno prendere su un ampio slargo la strada che bruscamente volta a Sn in direzione della cima al pianello, si percorrono 7 o 8 tornanti per un paio di Km, fino a quando, salendo, fate attenzione sulla vostra dx a reperire su una curva una scala in ferro gialla con le centine di sicurezza. E’ la scala di accesso alla sovrastante baracca del pastore che sta proprio sopra lo sperone di roccia.
Superate questa scala e parcheggiate la macchina più avanti appena trovate uno slargo utile. Poi a piedi e, volendo, già imbracati tornate indietro e una cinquantina di metri prima della suddetta scalla giallo ruggine in ferro del pastore, sopra un murettino di retta, si reperisce una esile traccia di sentiero. Si sale fino a che si trova la rete metallica dell’ovile. Non si deve a questo punto procedere verso l’ovile per non disturbare il pastore, ma svoltare a sinistra salendo dritti per trace di sentiero cercando di portarsi più o meno sulla verticale della baracca stessa. L’attacco è in uno spiazzo vicino ad una querce di circa 40 cm di diametro. Gli spit non si notano subito. 15 minuti.
L1) Dove si trova la prima sosta del corto primo tiro c’è un cartellino in alluminio che indica verso sx con scritto “Sosta 15 mt”. Si può proseguire anzi è conveniente farlo per rendere più omogenei i due tiri, anche se la sosta successiva non è così comoda.
L6) Anziche andare a Dx come spiegato nella relazione, portarsi in alto sopra la sosta leggermente verso sinistra, su roccia non saldissima puntando ad un leccetto sopra un costoncino, fino ad affrontare una placchetta grigia. spit visibile solo dopo essersi alzati qualche metro dalla sosta.
L7) Una volta fatto il risaltino e passati sotto delle roccette incastrate dall’apparenza non molto stabili, conviene scontornare tutta la vetta stando sulla sinistra e poco sotto la medesima fino al lato opposto e reperire una bella sosta inox con anello di calata. Valutare eventuale sosta intermedia se le corde tirano troppo.
L8) Alla base del secondo pilastro. Ci sono due file di spit. Quelli di sinistra permettono di salire facilmente due tiri 5c/II. Quelli di dx affrontano uno strapiombino giallo ben chiodato e azzerabile, ma che fatto in libera per me è almeno 6b. Noi abbiamo trovato il tiro pulito dal muschio e piuttosto bello anche perchè diciamo che i passi più difficili si fanno sempre con lo spit più o meno alla vita.
L9) Entrando nel boschetto tendere sempre un pò a sinistra fino ad individuare un albero con un vecchio cordone scuro alla base ove si sosta. Tiro non spittato ma piuttosto facile, possibile proteggersi su alberi.
L11) La sosta ha un anello di calata ed è facile ritenere che da questa posizione con un paio di calate si possa arrivare alla base del pilastro e di li lungo il canale alla base, però secondo me conviene fare anche l’ultimo piacevole tiro, sostare in vetta su albero aggirare la sommità con la campanina di vetta e addivenire al ripido canale, verso sx, che con un paio di doppie su albero ci porta fino ad una zona pianeggiante ove, tenendosi sulla destra, scendendo si reperiscono dei bolli rossi su alberi e rocce. Seguendo la bollatura in 15 minuti si raggiunge la strada 1,5 km sopra a dove si è lasciata la macchina.
La via è esposta Est/ Sud Est il primo pilastro e Sud il secondo che va in ombra dopo le 15.30. La roccia molto scura si scalda facilmente per cui credo che le mezze stagioni siano il momento migliore pe r scalarla