È una gita su sentieri che negli alpeggi si perde traccia, occorre avere l’occhio di non infilarsi nei rodoreti seguendo le tracce degli animali.
Devo questa gita alla mia amica formazzina, già tentata e fallita in passato. Voleva portarmi nei suoi ricordi di bambina e soprattutto nei racconti della mamma che su questi alpeggi ha trascorso l’infanzia. Abbiamo perso il sentiero numerose volte, con tenacia l’abbiamo ritrovato e all’alpe Matli mi ha indicato su una trave i messaggi scritti a matita con nomi, date e “carichi” con le bovine. Silvia sapeva che mi faceva un regalo con questo tuffo nella fatica del popolo Walser: qui caricavano questo fazzoletto d’erba per 10 giorni con 40 vacche, facevano formaggio e ogni mattina scendevano con le forme da stivare in fondovalle. Una gita nel passato su pendii verticali in luoghi silenziosi e selvaggi.