- Accesso stradale
- Ok
Con Ciac decidiamo la sera prima che il primo anniversario di anniversario non può essere rinviato. Allora, nonostante la stanchezza e la paura di trovare la parete bagnata per la pioggia di questi giorni, ci avviamo il lunedì mattina coi nostri outfit per l’occasione, per andare a ripercorrere questa via che l’anno scorso ci aveva tanto fatto penare.
La parete è ovviamente vuota e Ciac attacca la placca del primo tiro che circa a metà ha proprio una bella fessura da cui esce acqua; cosa che non gli impedisce di superarla agevolmente.
Da qui ci godiamo un tiro dopo l’altro: il secondo con il suo spigolino da superare, il terzo e il quarto con i rispettivi traversi estetici e anche il quinto e il sesto dove iniziamo a sentire un po’ la fatica e un po’ un sole caldo che non ci aspettavamo.
Il settimo con il suo diedro aggettante e l’ottavo con il suo ostico strapiombino ci danno di che faticare, ma è il nono tiro che ci sfiacca.
Da qui in poi diventa più facile ma il male ai piedi si fa sentire e ci trasciniamo fino in cima dove mi perdo la sosta (con cordone marrone e anello marrone su albero) e mi faccio 60 m di cresta per poi lasciare al socio il compito di portarmi nel punto giusto.
Arrivare in cima con la luce e la vista è una soddisfazione che, nonostante i panini ammuffiti, è difficile da riprodurre, sopratutto condividendola con la stessa persona con cui l’ultima volta ho dovuto affrontare numerose peripezie.
Se l’anno scorso pensavo che aspettare un anno per ripetere questa via fosse il tempo minimo per riprendermi, questa volta sono un po’ dispiaciuto che dovrò aspettare così tanto per tornarci (magari con un ospite in più).
Con Ciac, sempre al top sulla roccia e lo zaino pesante.