L'anello descritto permette di toccare, con una lunga cavalcata per creste e canali, le sommità della Punta Quattro Sorelle e di due dei Re Magi.
Richiesto un discreto allenamento e la capacità di valutare attentamente il percorso più agevole e sicuro, data la mancanza di sentieri o indicazioni, la forte esposizioni di alcuni passaggi e la natura accidentata e pericolosa del terreno su cui si svolge l'itinerario.
ATTENZIONE: necessario il caschetto e il materiale per effettuare calate in corda doppia.
Se di dispone di fuoristrada, proseguire lungo la sterrata per il Poggio Tre Croci fino all'ampio tornante di quota 1944m, punto in cui finisce l'anello descritto.
Da Bardonecchia (o dal tornante di quota 1944m sulla strada per il Poggio Tre Croci) raggiungere la Punta Quattro Sorelle, come descritto nell’itinerario http://www.gulliver.it/itinerario/51810/ (EE).
Dalla Punta Quattro Sorelle dirigersi verso la detritica cresta NO, subito sbarrata da due torrioni rocciosi: aggirarli sulla sinistra (versante Valle Stretta), scendendo e risalendo la mobile e ripida pietraia; si raggiunge così il Passo della Gallina (q. 2646m). Da qui si attacca la cresta SE della Punta Gasparre, inizialmente detritica e abbattuta, in seguito ripida e rocciosa; seguirla fedelmente fino ai primi salti di roccia, dopodiché spostarsi sul versante Valle Stretta, dove un sistema di cenge e camini (I, II) porta ad un ultimo canalone detritico (molto ripido e mobile !!) che adduce alla parte finale della cresta, ora di nuovo abbattuta. Proseguire verso N fino all’anticima per poi piegare decisamente verso O sull’evidente crestone che dà accesso all’ampia cima della Punta Gasparre, quotata 2808m (1,30h circa dalla Cima Quattro Sorelle, bolli rossi e ometti di recente creazione, PD-).
Da qui inizia la parte più difficoltosa e pericolosa dell’itinerario: la discesa al Colle del Pissat lungo la cresta N, cresta ripida e dirupata interrotta da alti torrioni di roccia cattiva. Il percorso più agevole è di difficile individuazione e si svolge su terreno ripido e molto franoso, inoltre la natura cattiva della roccia rende arduo realizzare delle calate e dunque il superamento dei salti rocciosi può essere problematico. Le alternative sono molteplici, ma ne riporto a grandi linee due principali:
a) ritornare all’anticima 2806 e percorrere la cresta in discesa verso N fin dove possibile; quasi subito un ripido salto sbarra la strada, superarlo attrezzando una calata (roccia pessima !!) oppure discendere per 50m circa per ripidi canali sul versante O (Valle Stretta) fino a raggiungere una cengia detritica che consenta di ritornare sul filo della cresta. Un secondo risalto è superabile nuovamente scendendo a sinistra, disarrampicando in un diedro di roccia cattiva. Da qui attraversare con passaggio delicato la parete sfruttando un sistema di cenge aleatorie e infine arrampicare su alcune placche e un diedro aperto (II, III roccia cattiva) fino a raggiungere la sommità di un ben identificato torrione (presumibilmente la Punta S. Ippolito, ma la cartografia non è chiara). Da qui con una calata di 20m circa (cordino bianco piuttosto recente) si raggiunge un netto intaglio. Scendere nuovamente per ripidi e franosi canali sul versante Valle Stretta in direzione delle morene sottostanti il Colle del Pissat, (senza perdere troppa quota), traversare su terreno meno impervio ma sempre accidentato puntando al suddetto colle, ora ben visibile (1,30h dalla Punta Gasparre, AD).
b) individuare un canalone detritico che dal crestone che unisce l’anticima 2806 della Punta Gasparre alla vetta vera e propria scende ripido a NO verso la conca morenica sotto il Colle del Pissat. Percorrerlo fino a raggiungere una fascia detritica che permetta di traversare a mezzacosta verso NE, sotto i risalti rocciosi della cresta, fino a raggiungere il colle.
Dal Colle del Pissat proseguire verso N, seguendo l’ampia cresta detritica, finché questa devia bruscamente verso O (con una deviazione di 20 minuti circa si può raggiungere da qui il Torrione E quotato 2785m, roccia pessima); percorrere verso O la cresta fino a giungere ai piedi di un ampio diedro appoggiato, che adduce ad una placca rocciosa, superato il tutto con facile arrampicata (I,II roccia discreta), ci si ritrova su un ripiano di grossi massi, dal quale con percorso più o meno diretto si giunge alla vetta della Punta Melchiorre (2949m, punto culminante dell’itinerario) formata da una cresta divisa in due parti di uguale altezza da un profondo intaglio, (45 minuti circa dal Pissat, qualche ometto, F).
DISCESA: raggiungere il Colle del Pissat con l’itinerario di salita, oppure tramite il ripido canale di mobili detriti che si snoda partendo dall’intaglio posto sulla cresta sommitale della Punta Melchiorre, percorrendolo fino ad un punto che permetta di tagliare poi verso il colle (detto canale conduce direttamente al Vallon Froid, permettendo così di non passare dal Colle del Pissat, se si volesse accelerare la discesa verso la Valle Stretta). Giunti al Colle del Pissat, scenderne il versante E verso la Valle della Rho, inizialmente molto ripido e franoso; percorrere interamente il Vallone del Pissat puntando verso SE, fino a reperire una traccia di sentiero che conduce all’ampio tornante della strada che da Bardonecchia sale al Poggio Tre Croci, a quota 1944. Da qui seguendo la strada si raggiunge l’abitato di Bardonecchia.
Se invece si volesse scendere verso la Valle Stretta, dal Pissat scendere a O nel Vallon Froid, percorrendo a ritroso l’itinerario http://www.gulliver.it/itinerario/49439/ (più impegnativo).
- Cartografia:
- IGC 1:25000 - n104 Bardonecchia, Monte Thabor
- Bibliografia:
- Guida dei monti D'Italia - Alpi Cozie Settentrionali