N.B: La parte centrale è prettamente escursionistica e per niente ciclabile, ma oltre a raggiungere una vetta panoramica, con la bici possiamo chiudere un anello che a piedi diventerebbe molto molto lungo.
Da Castel del Monte si sale su strada asfaltata fino al Valico di Capo la Serra (1.600), oltrepassato il quale, dopo alcuni tornanti in discesa si incontra a quota 1.517 mt la deviazione per il rifugio Ricotta. Si pedala sulla carrareccia che parte davanti al casolare diroccato, un tempo ricovero di pastori e che scende ad un fontanile anch’esso diroccato, sull’altopiano del Pacino, da dove è già visibile l’aguzza vetta rocciosa (la seconda in lontananza). Raggiunto un bivio si va a sinistra (indicazioni per Valle Caterina e Malepasso) in salita sempre su carrareccia e dopo una curva a sin. a circa 1.520 mt. si lascia la strada e con la bici in spalla si piega a destra per prati e tracce ripide di sentiero fino a raggiungere la dorsale del monte Meta, dove proseguiamo senza via obbligata tra arbusti e alberelli; man mano che si sale la cresta diventa più definita e si incontra qualche ometto fino a raggiungere l’anticima (mt. 1.766). Per tutto questo tratto conviene portare la bici in spalla, anche lo spintage è faticoso tra gli arbusti. (sono circa 250 mt.). Oltre alla stupenda vista sul Corno Grande, il Prena e il Camicia ci appare la Majella, il Sirente e l’altopiano del Voltigno, dietro il quale, senza foschia, è possibile scorgere il Mare Adriatico. Mantenendosi sul lato sinistro della cresta si scende bici al fianco alla larga sella a q. 1715 da dove un’ultima salita più ripida porta in vetta (1.784). Sulla cima c’è un cumulo di rocce, una croce costruita con due rami e una scritta poco leggibile, ma il panorama, sebbene si sia a quota contenuta, certamente ripaga dello sforzo. Soltanto all’ultimo passo si vede anche il borgo di Castel del Monte! Se abbiamo portato la bici in vetta in discesa si riesce a stare in sella. Dalla Sella si inizia a scendere nel bosco, ma i primi 100 metri circa di dislivello si fanno a piedi causa sottobosco molto sporco con rami rotti e detriti vari. Senza sentiero ben definito (qualche paletto nel bosco) si punta alla grossa costruzione della Fonte della Cornacchia. Se si è riusciti a seguire il percorso logico si sarà passati anche da una piccola sorgente (Fonte della Cornacchiella), ma non è così importante. Giunti alla Fonte (1.400) e passando a fianco di una grossa stalla si segue la strada inerbita pedalando nella bellissima prateria carsica del Voltigno, dirigendosi vs Sud Est. Ad un bivio sempre su traccia inerbita ci dirigiamo vs Nord fino nei pressi dei Laghetti Sfondo dove spesso si abbeverano cavalli e altri animali al pascolo. Pedaliamo seguendo dei paletti di legno e tracce sull’erba fino al Vado di Focina (1.383) dove arriva la strada che proviene da Villa Celiera (parcheggio). Dalla Punta del Monte Meta o dalla Sella è bene guardarsi questi obiettivi (Fonte, Laghetti e Parcheggio), tutti ben visibili per evitare errori quando si pedalerà nella prateria e avere la direzione di marcia. Dal Vado di Focina (parcheggio con pannello e cartelli, si pedala in salita sul sentiero 279 (indicazioni per Rif. Ricotta). Inizia un tratto molto bello e suggestivo all’interno dell’antica foresta e delle fitte e fresche faggete di Valle Caterina; tra sali e scendi si passa per Mastrorocco (1.374), Valle Caterina (1.474), Malepasso (1.510), fino a raggiungere il bivio dove all’andata abbiamo abbandonato la strada per salire sulla cresta del Meta. In breve raggiungiamo il Rif. Ricotta e dopo una breve risalita su asfalto fino a Capo la Serra, reperiamo nei pressi di un curvone a destra (scendendo) il vecchio sentiero di Sant’Angelo (BC, con brevissimi passaggi OC) tecnico e divertente che ci porta direttamente a Castel del Monte evitando la strada asfaltata pedalata all’inizio dell’escursione.