Per la descrizione rimando alla relazione di G.C. Grassi, con alcune precisazioni. La via è tutta percorribile in libera, con difficoltà massime di 6a+.
La roccia non è il granito del Bianco, ma è comunque piuttosto solida, considerando anche che la via avrà una ripetizione ogni 10 anni. L’attacco è identificato da un chiodo universale dorato alla base. Il primo tiro è il più marcio di tutti, davvero orribile. Poi migliora decisamente. Il tiro del tetto è piu impressionante che difficile (occhio al blocco tavolare incastrato).
Tutti gli appigli vannno sempre tastati comunque con grandissima cautela. Sulla via ci sono 10 chiodi e le soste a cordoni (tranne gli ultimi tre tiri). Il canale di accesso è necessario farlo appena c’è luce (possibile caduta pietre).
La questione piu difficile è la discesa. Per conto mio quella piu sicura (ma molto lunga) è effettuare 2/3 doppie sul ghiacciaio francese e poi attraversare molto lungamente fino alle Piatou e da qui divallare in Sea oppure verso il colle di Thieves e per la Talancia Girard tornare al Daviso.
Altrimenti si deve scendere dal Colle di Santo Stefano (se sgombro di neve, si sta sulla costola centrale – possibile caduta pietre), dalla Sella di Groscavallo (sconsigliato) oppure, volendo, rinforzando le soste, in doppia dal Pilier (possibile rischio incastro corde).
- Bibliografia:
- G.C. Grassi