Michel (Roche) e Pointe du Lamet dal Versante S/SO

Da amanti del genere, io ci vado a nozze in questo tipo di ambienti e terreni. Questa cima mi ha sempre incuriosito ogni volta che salivo alla Pointe du Lamet, ma ritenevo un po’ incasinato scendere il ripido pendio per accedere alla conca ex glaciale, invece scegliendo il percorso con un po’ di attenzione non ci sono stati problemi.
Con ordine, salita “sbrigativa” fino alla Pointe du Lamet dove arrivo alle 10, soliti tratti di sfasciumi un po’ faticosi (e in peggioramento purtroppo), breve sosta e quindi riparto in discesa verso la Pointe de la Haie, ma appena la cresta spiana è il punto in cui bisogna scendere a destra. Come riferimento c’è 20 m sotto un piccolo ripiano dove ho costruito un ometto (ammesso che duri nel tempo). Da qui in giù ancora qualche decina di metri decenti, poi mi sono lasciato trasportare da pietrame e terriccio fino in fondo al pendio, raggiungendo una lingua di neve pianeggiante. Da qui nessuna difficoltà fino in cima, salendo mi sono tenuto a sinistra del plateau, anche se ho dovuto effettuare qualche saliscendi, mentre al ritorno mi sono tenuto più alto sfruttando una parte del nevaio ancora esistente. Cima molto panoramica e caratteristica, non ho visto nè una traccia nè un ometto in tutto il plateau (ma va considerato che il ghiacciaio è appena sparito) ma senza nebbia non ci sono problemi, si passa ovunque e tra l’altro il terreno è piuttosto semplice, piccoli detriti compatti.
La risalita verso la Pointe du Lamet, circa 200 m di dislivello è stata rapida e ripida, salendo si riesce a individuare dove il terreno è più solido.

Non so a chi potrà mai interessare questa cima, che richiede un certo impegno fisico pur non essendo particolarmente lunga come sviluppo. Certo per i “cacciatori di 3000” può essere una chicca.Ovviamente nessuno qui, tre francesi e un escursionista di Torino al Lamet.