Dal suddetto piazzale in terra battuta, procedere per la rotabile, dal cancello a piedi, con percorso altamente panoramico a mezza costa. Passando nei pressi dell’alpe Lamet e, mantenendosi sempre poco di sotto del cosidetto sentiero dei “2000”, si arriva all’alpe Tour (2124m), posta in una verdeggiante conca. Proseguire per sentiero n.554 con orientamento nord.est in direzione della punta Marmottere (si puo’ stare piu’ a sx volendo, percorso piu’ diretto ma privo di sentiero).
Ad un certo punto all’altezza di una forcella oltre la quale poco al di la e poco piu’ sotto si nota il rifugio Stellina, lo si abbandona, per risalire le ripide chine detritiche sovrastanti il Pian Ciardun, in direzione nord, puntando a entrare con percorso diagonale sotto cresta da dx verso sx, in una ampia conca pietrosa, con davanti l’ardito pinnacolo dei Trois Dents con la sua cresta sud.est strapiombante e a sx staccato, il bel dente di Novalesa. Portarsi in breve alla base della parete sud.ovest dei Trois Dents.
Si attacca la roccia (un poco friabile), direttamente a piombo dalla vetta. Si puo’ superare la parete direttamente dove si incontrano passaggi divertenti. Consigliabile comunque la variante a sx per comoda cengia fino a un pilastrino alto circa tre metri, scostato di parecchio a sx del punto culminante che appare sulla dx e, che si raggiungera’ per filo di un’ardita cresta (passi di II+/III-, in forte esposizione) ad un antecima fino ad un netto intaglio, dal quale con ultimo breve passo delicato sempre in costante esposizione, si perviene all’ometto di vetta.
Bella veduta di qui sul vicino Rocciamelone e Charbonnel. Ritornare sui propri passi, e continuare per cresta non difficile ma esposta (in direzione nord-ovest), superando, o aggirando una serie di minuscoli pilastrini caratterizzanti il filo della cresta. Un ultima impennata al termine del tratto piu’ affilato della cresta sin qui percorsa, porta a toccare il vertice della cosiddetta Rocca Tour (3174m).
Da questa ardita torre posta pressapoco circa a meta’ dell’intero percorso, necessita scendere all’intaglio successivo con una doppia di una 20na di metri (ora attrezzata con cordino attorno a masso piatto). Il resto della traversata per velocizzare il restante ancora lungo cammino da fare e, restare nei tempi, conviene effettuarlo abbandonando il filo della cresta in un punto ove questa si discosta di poco dalla base per cenge e piccoli salti.procedendo vallette sospese (ricolme di neve fino a stagione inoltrata), fino alla base dell’ultimo imponente salto che caratterizza il fianco severo sud.est della Roche Michel.
Ultima delle difficolta’ alpinistiche da affrontare, col superamento della parete canale che volge poi a cresta sul finale (pendio di neve fino a 50° e passi di III- nell’ultimo tratto di cresta rocciosa a sx prima del punto culminante (3429m).
Discesa: procedere in piano stando prossimi al filo e al sommo del ghiacciaio di Roche Michel, con una serie di saliscendi e un ultima breve risalita guadagnare la cresta che prosegue in direzione della Pointe du Lamet .
Abbandonarla in un punto qualsiasi per intraprendere a scendere in diagonale per scarpate detritiche e scivolose, badando a chiudere progressivamente l’anello in direzione sud-ovest fino a ritrovare la rotabile tramite la quale in breve si ritorna all’auto (dalle 10 alle 11 ore per il giro completo, soste compreso nelle modalita’ come descritto).
- Cartografia:
- IGC 1:50:000 Valli di Lanzo Moncenisio
- Bibliografia:
- Guida dei Monti d'Italia Alpi Graie Meridionali