Bisogna ora ricercare la mulattiera che porta a Faure e la si individua poco prima del tornante proprio sotto il parcheggio. Appena evidente all’inizio, costeggia poi dei bei muretti a secco per portarsi verso una spalla che si aggira. L’ambiente subito cambia quando ci si inoltra nel bosco misto, dove a tratti in piano si alternano altri dove si scende per superare delle barriere rocciose, con già in vista le belle borgate a monte di Pomaretto.
Dopo la comba di un rio si perviene ad una pista più marcata che subito s’immette su un tornante sulla strada asfaltata che sale sin qui da fondovalle. In breve si raggiunge Bocchiardo e successivamente Faure dove ci si inoltra tra le case lungo la mulattiera che poi esce su uno sterrato presso un bivio.
Si lascia la strada per salire nella faggeta sul sentiero che ripido raggiunge il crinale nei pressi di una segnalazione MTB. Prendendo a destra in una decina di minuti si raggiunge il modesto rilievo della Punta Ceresa 1268 m con bella vista sulla valle..
Si ritorna sui propri passi sino alla segnalazione MTB. Da qui in avanti, sino al col Clapier, si compie un interminabile, bel traverso ascendente seguendo per un lungo tratto il crinale divisorio tra la val Chisone e la valle Germanasca. Nel primo tratto non c’è alcuna traccia di sentiero, perciò si va ad intuito percorrendo quasi fedelmente il facile filo sino a pervenire ad un primo colletto nei pressi di muretti a secco che delimitano prati da tempo in abbandono.
Qui giunti, tralasciato il sentierino che aggira il pendio lato Chisone, bisogna portarsi sulla sinistra, lato Germanasca, sino ad individuare la traccia che sale sin qui da Faure. La si prende e, subito dopo ad un bivio, si tralascia quella che prosegue in piano per salire seguendo l’indicazione R → posta alla base di un faggio. Si affronta ora un ripido tratto che permette di salire sin nei pressi della punta Tre Valli 1639 m. La lunga e faticosa ascesa termina quando si raggiunge di nuovo il crinale dove si affronta il successivo lungo tratto in falsopiano che si addentra nella chiusa abetaia.
Ci si porta poi sul versante Germanasca e ad un bivio, nei pressi del colle della Buffa, si tiene ancora la direzione verso monte proseguendo sempre lungo il crinale dove poco a poco agli abeti subentrano i larici, sino a che non si raggiunge una successiva indicazione. Qui giunti un freccia rossa dipinta su un sasso a terra suggerisce di lasciare la cresta per prendere la traccia che scende, versante Germanasca, poiché il tratto che precede la vetta della punta Muret o Midi da questa parte è inaccessibile ed è quasi impossibile continuare lungo il crinale.
Ci si abbassa subito ripidi sino alla sottostante conca. Ad un iniziale breve tratto in piano ne segue un altro in moderata ascesa che lungamente prosegue sino a che la vegetazione arborea termina per uscire sugli aperti pascoli sottostanti la Punta Midi o Muret. Una volta raggiunti li si rimonta per poi portarsi al loro limite superiore sinistro dove si ritrova la traccia che prosegue nei pressi di vasche-abbeveratoi in metallo e che poi si inoltra nel rado lariceto.
Questa taglia, ancora lungamente, in piano il fianco del pendio per portarsi infine ad una dorsale rocciosa che si aggira. Improvvisamente appare in lontananza l’ampia insellatura del col Clapier 2009 m e oltre la sovrastante cima della Punta Raccias. Un lungo traverso in falsopiano porta a raggiungere al termine questa insellatura.
Dal col Clapier la vista spazia ampissima sui monti circostanti e sul sottostante vallone del Bourcet. Dal col Clapier si può facilmente salire sulla Punta Midì o Muret mt. 2211. Per farlo basta percorre fedelmente la dorsale che dall’ampia insellatura conduce alla cima. Seguendo una debole, ma sempre evidente traccia, ci si alza alternando tratti ripidi ad altri in moderata ascesa, pervenendo infine al grosso ometto di vetta sormontato da una croce metallica
Per scendere a valle ci si cala per tracce inesistenti lungo i pascoli sin al sottostante alpeggio Muret già visibile dal colle. Qui arriva uno sterrato da fondovalle che si percorre fedelmente per un lunghissimo interminabile tratto, perdendo quota progressivamente con lunghi traversi e con numerose svolte sino ad un poggio con in vista il sottostante borgo di Peirone che alla fine si raggiunge.
Si seguita ancora sino alla borgata Grange che anticipa di poco il tornante sopra Vrocchi dove si ha lasciato l’auto, chiudendo così l’anello.
- Cartografia:
- Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n°5 Val Germanasca - Val Chisone Fraternali Editore