Roccia che prevede molta attenzione, soprattutto su L1 ed L3.
Saliti con informazioni scarse sulla via (in valle Stretta non c’è campo!), ma la chiodatura è talmente corta che è difficile non riuscire a seguire la linea — tranne i primi fix che si mimetizzano molto bene.
Su L1 occhio a dove si mettono i piedi. Anche sul tiro di raccordo L3 si è un po’ sulle uova.
Fermàti al quinto tiro — in S5 –, quindi 3 calate “a occhio” con due corde da 60m da S5, S4 e poi da un’altra sosta a piombo, a causa del vento che spirava dalla parte alta della valle che ci ha dissuaso dal ricercare le soste della via; scelta buona per noi, ma non particolarmente felice a causa della presenza della falesia sottostante e dell’enorme quantità di roccia in bilico (anche roba grossa e in pericoloso equilibrio), ma ci siam fatti sentire e le poche persone si son spostate nella parte sinistra del settore.
Ambiente magnifico e fresco, quasi freddo in maglietta. Arrampicata plaisir. Accompagnàti per tutta l’ascesa dal gioco delle rondini 🙂
Ringrazio moltissimo Luiggi e Gianlu per l’esperienza assieme!
P.s. dopo aver visto la quantità di roccia in bilico, non so se avrò più voglia di mettermi a far monotiri lì sotto in falesia!