L1: Diedro difeso da strapiombino 5c poi parete compatta che dà accesso alla cengia dove sostare 6a
L2: Muro e poi placche fessurate 5b fino a un ballatoio di sosta.
L3: aggirare un pilastro e attaccare un muro strapiombante 6b+, poi bella fessura 5c. Sosta alla base del diedro che era ben visibile dal basso.
L4: Nel diedro lungo la sua fessura di fondo, scavalcando una lama e una strozzatura strapiombante 6b. Sosta sulla cengia
L5: Continuare nel diedro con dura scalata 6b e raggiungere il caratteristico tetto che dal basso pareva un gradino rovescio. Chiodare la fessurina di fondo e uscire a sinistra con un due passi di A1 (1 chiodo già in posto). Ancora nel diedro che continua con dulfer faticosa 6b e attestarsi alla base di una placca verticale sulla destra, che costituisce a mio parere il passo chiave della salita, anche se “protetto” da uno spitrock m8 con placchetta molto artigianale. Superarla con difficile passo di dita 6c+ e poi salire delle lame un pò pericolose e non banali 6a uscendo sul terrazzo di sosta al termine del diedro (era ora!).
Si è ora alla base di una gigantesca placca che costituisce la faccia sinistra del gran diedro ad arco che delimita la volta strapiombante della Cresta di Mombran. Si vede, sotto la volta a destra, un enorme nido fatto di rami intrecciati che costituisce il rifugio stagionale di una delle tre coppie di Aquile reali di Sea.
L6: salire al meglio le placche individuandone il punto più debole 3c e guadagnare lo spigolo che le delimita a sinistra
L7: Girare lo spigolo e salire le placche esposte a sud proprio sul filo dello spigolo 5b. Sosta su cengietta
L8: Traversare a sinistra sulla cengia 5 o sei metri poi salire ancora la placconata senza via obbligata, fino a quando ci si porta alla base della parete terminale che s’impenna decisamente per divenire strapiombante. Individuare un ballatoio, alla base di una fessura obliqua a sinistra che incide la parete, sostando abbastanza agevolmente (freccia che indica la prosecuzione!!!)
L9: scalare la fessura con durissimo incastro 6b+ e 1 passo di 6c, superare una piantina e infilare un diedro fino al tetto che lo chiude 6a+.
Superare il tetto in artif su chiodi a sinistra (passo precario fatto in libera con la corda dall’alto 7a) e proseguire oltre il tetto nella fessurina 6b. Ancora su placca a sinistra con un passo di 5c, poi su tratto abbattuto uscendo in cima alla parete.
Discesa: E’ la parte più problematica se non si conosce la zona.
Tra rocce e arbusti andare in direzione nord e portarsi a un intaglio da cui si scorge il Canale dei Cacciatori La Perete dei Numi e il Bec Cerel
Abbassarsi nuovamente a est disarrampicando qualche metro e guadagnare una cengia con alberelli da cui si allestisce una calata (cordone lasciato) di 50 m fino alla rampa alberata sottostante. Scendere ancora tenendosi un pò sul margine della Cresta di Mombran e raggiungere il ciglio di un salto successivo. Calarsi da una pianta (cordone lasciato) toccare una stretta cengia che si percorre a detra fino a un ricovero di pietre ammucchiate e a vista dell’orrido di Mombran e della via prima percorsa. Reperire qui agevolmente le calate di “Solo per Giusto”. Tramite le quali si torna sul fondo del vallone.
Materiale: in posto 2 spit artigianali non molto affidabili e una decina di chiodi. Portare una serie di C3, bd dallo 0,72 al 2 doppi, una buona scelta di nut, una scalta di chiodi con extraplat, martello, fettucce, cordini ed eventualmente 1 staffa.
- Cartografia:
- IGC serie Monti 103
- Bibliografia:
- Sogno di Sea - Gian Carlo Grassi