In via non è rimasto nulla a parte il fix sul primo tiro e le soste di L1, L4, L5, L6.
Roccia da buona a ottima, a tratti magnifica.
Portarsi nella parte centrale dello zoccolo presso la spaccatura obliqua inizio delle vie “Cotta Marone”, “Dei Pellegrini” e “Pensiero Verde”.Subito a dx di questa, in una rientranza formata da un muro nerastro, si trova l’attacco della via Ri-Cotta, ancora più a destra vi è un marcato diedro nerastro che termina obliquo a dx, questo è della via “Tramonto viola sulla valle dei re” (nut incastrato e chiodo giallo, difficilmente visibili a occhio nudo). La via attacca sulla verticale del suddetto diedro in un diedrino rossastro (fix visibile).
L1-attaccare il diedrino rossastro che dopo il primo tratto fessurato diventa cieco. Rinviare il fix e con difficile arrampicata giungere ad afferrare il bordo soprastante (6B+ , passaggio obbligatorio e non proteggibile), ribaltarsi sul gradino. Non proseguire quindi per il diedro di “Tramonto…” ma seguire la larga fessura che, con andamento dx-sx, incide all’incirca orizzontalmente il muro rossastro di sx. Superarla con arrampicata atletica (6A+) fino a giungere ad alcuni gradini. Sosta con 2 fix collegati. Lunghezza magnifica.
L2-dalla sosta traversare con un difficile passo a dx puntando a delle lame, ben proteggibili, afferrare quindi la cornice e riportarsi a sx sulla verticale della sosta, con bella arrampicata vincere direttamente la parete soprastante giungendo sullo zoccolo (6A/6A+). Sosta da attrezzare. Lunghezza molto bella.
L3-superare facilmente lo zoccolo (passi di III) fino in centro parete. La parete è molto articolata, a partire dal suo centro si notano sulla dx tre evidenti diedri paralleli tra loro. Attrezzare una sosta sotto il primo che è quello di “Tramonto…” (per errore, causa assenza di schizzo del tracciato, siamo inizialmente saliti da qui trovando dopo circa 35m un chiodo argentato. Abbiamo dovuto quindi piantare un fix con maillon e calarci per ritornare alla sosta). Come indicazione generale nella parte alta la nostra via passa attraverso un diedro leggermente a banana, a sx del quale vi è una liscissima placca, prosegue poi verso una grande stele orizzontale che forma una sorta di balcone. Da questa va dritta per poi piegare a sx sul muro più rosso.
L4-salire obliquando a dx per delle lame (IV+/V) puntando al secondo diedro a dx, ampio e profondo e sovrastato da un bordo molto sporgente che lo rende quasi simile a un camino. Raggiungere il suo inizio in una nicchia, non seguirlo ma uscire a dx per una caratteristica strozzatura strapiombante (ottime possibilità di protezione su massi incastrati) ribaltandosi con difficoltà su un pulpito alla base di un diedro parallelo a quello principale. Superarlo con difficile arrampicata (6A+) fino a un ottimo terrazzino. Un fix di sosta da integrare con un friend. Lunghezza classica e bella.
L5-salire a sx del fix per una fessura rovescia e quindi direttamente per la placca-muro successiva con stupenda arrampicata su roccia lavorata (scarse possibilità di protezione) (6A/6A+) fino a raggiungere una zona più facile. Poco sopra a dx si nota un ottimo terrazzino sotto un diedro, alla base del quale c’è un chiodo; questo è di “Tramonto…”. Innalzarsi allora verso sx e traversare difficilmente per una cornice sotto un aggettante e sbilanciante muro fino ad afferrare, oltre lo spigolo, la fessura del diedro a banana. Innalzarsi con difficile arrampicata in fessura, all’inizio stretta e poi più larga, proteggersi allora con un 1 BD e traversare sul muro a sx afferrando dapprima una lama rovescia e successivamente, aiutandosi con una tacca mediocre, delle protuberanze che permettono di ribaltarsi su dei gradini dove è posizionata la sosta (complessivamente 6B+, una caduta nell’uscita in sosta, improteggibile, è potenzialmente pericolosa). Sosta con 2 fix collegati. Lunghezza difficile.
L6-fare un passo in discesa è traversare quindi orizzontalmente a sx. Posizionare dapprima un microfriend e quindi un lametta molto corto, utilizzando una fessurina formata da uno scudo di placche giallastre dall’aspetto poco rassicurante (estrema cautela, tutto lo scudo suona a vuoto). Aiutandosi con il chiodo (passo di A1) afferrare il bordo dello spigolo e ribaltarsi sull’incastellatura di blocchi sorretti dall’enorme stele orizzontale, simile a un balcone, ben visibile dal basso. Innalzarsi quindi su dei gradoni puntando a una magnifica fessura-diedro. Seguirla con arrampicata difficile ed esposta (6B) (protezioni difficili da piazzare e mai troppo buone, possono tornare utili i chiodi) e al suo termine traversare a sx su un’ottima terrazza. Un fix di sosta (un solo fix causa esaurimento batteria). Lunghezza superlativa.
L7-traversare sulla terrazza coperta di mughi verso sx, tenendo i piedi sul gradino inferiore, e ribaltarsi su un gradone (piazzare un lamettta di protezione) incontrando quindi un nut incastrato. Questo è della via “Pensiero verde” che prosegue sul muro nero più o meno in direzione dritto-dx. Proseguire invece verso sx sulla parete rossa caratterizzata da una serie di gradoni verticali. Superare un difficile passo iniziale in spaccata (6A+). Proseguire quindi seguendo il naturale andamento verso sx della parete e superare le ultime divertenti e atletiche placche (V+) fino a raggiungere la cresta poco sotto il punto culminante. Lunghezza molto bella, in particolare la placca finale.
DISCESA: camminare in direzione della Mombran e del Passo delle Lose tenendosi più o meno in cresta. Scendere nel primo canale che si incontra anche se dall’alto sembra interrotto a metà da una fascia di placche. Abbassandosi sul lato sx idr. si trova facilmente il passaggio quasi camminabile sulle suddette placche che permette l’accesso alla parte bassa del canale. Scendere facilmente per sfasciumi fino nella conca sottostante. Qui due possibilità:
1-Non scendere a dx verso il lago ma proseguire dritti nel vallone di sx scendendo per pietraie e pascoli fino a raggiungere l’alpeggio Lavassè, vero gioiello di architettura alpina e le cui scritte incise nella pietra sono le testimonianze di un lontano passato.
Da qui purtroppo il sentiero è pressoché scomparso, passava a sx (faccia a valle) e con un ampio giro per evitare i salti inferiori si portava al gias Nuovo sul grande pianoro. Scendere alla meglio tenendo tendenzialmente la sinistra. Dal pianoro riprendere il sentiero di Sea.
2-Tornare al lago e quindi al sentiero delle Lose che riporta sopra il Passo di Napoleone sul sentiero del Soardi. Soluzione un po’ più lunga come spostamento ma più agevole come camminata.
Aperta da Luca BRUNATI, Luca ENRICO, Matteo ENRICO il 22/08/2014. Sesta via sulla parete.
- Cartografia:
- Fraternali 1:25000 n.8 Valli di Lanzo
- Bibliografia:
- G.C. Grassi