Percorso in gran parte senza sentiero fino alla dorsale, poi su un’esile traccia che tende a scomparire in alto. Si ritrova dopo la Montù.
Itinerario da evitare con nebbia e in primavera , quando occorrerebbe attraversare residui nevai su pendenze molto accentuate. Il senso indicato è orario, ma si può naturalmente effettuare l’anello anche in senso opposto. Quello proposto ha il pregio di affrontare tutte le difficoltà quando si è più freschi, lasciando per il ritorno la parte meno impegnativa e ripida.
Dal piazzale dell’Alpe Bianca salire al meglio sui prati dopo le baite. Al fondo dei prati sulla sinistra si trova una vaga traccia che sale grossomodo sulla sinistra orografica di un piccolo corso d’acqua. La traccia attraversa ( e si perde parecchio) in un paio di zone umide. Giunti sotto le pareti ci si sposta a sinistra oltre il corso d’acqua verso un’evidente dorsale, trovando anche i resti di una vecchia pista di servizio degli impianti. La si segue verso l’alto in mezzo agli arbusti avendo come evidente riferimento i pali del vecchio skilift. Più in alto la traccia si fa più evidente e la si percorre fino a pervenire alla dorsale in corrispondenza del gabbiotto dell’impianto.
Volendo da qui in una decina di minuti si piega a sinistra e si raggiunge la vetta del Ciarm 1862 m. Proseguendo invece sulla dorsale verso nord si trova una discreta traccia che taglia il pendio sul lato Lemie. Si perviene ad una zona rocciosa in cui è d’obbligo posare le mani sulla roccia. Se ne esce sempre sulla traccia, passando sotto la punta dei Murè che si può salire a destra in pochi minuti. Si arriva al passo Miette 1966 m. Da qui la traccia si fa sempre più esile e sale sul lato Tornetti su prati e roccette fino a tornare sulla dorsale in vista di due imponenti gendarmi. Si passa fra di essi, già con la vetta in vista.
La traccia ora è sul lato vallone d’Ovarda, ma quasi scomparsa.
Si perviene ad un colletto. Da qui la traccia, esilissima, sale a destra per poi riguadagnare la dorsale e da qui la vetta, contraddistinta da una croce metallica eretta nel 1980.
Si scende a ovest, lato vallone d’Ovarda, per evitare una zona con rododendri e roccette. A ben cercare si intuisce una traccia che scende nei prati e che porta a raggiungere una traccia più evidente che taglia il pendio verso nord. La si raggiunge e si prosegue quasi in piano fino a un torrione. Lo si aggira a sinistra . Ormai si è in vista del passo Veilet che si raggiunge in breve con facile traverso. Da qui si scende al bel laghetto Veilet e si prosegue, ora su buon sentiero nel vallone verso est, con pendenze non accentuate.
Si raggiunge la sterrata che sale a Pian Fum, la si prende verso il basso (destra) e con piacevole discesa con qualche tornante si ritorna all’Alpe Bianca, chiudendo il lungo anello.
- Cartografia:
- IGC n. 103 1:25000
- Bibliografia:
- IGC Valli di Lanzo e Moncenisio